Dieci articoli per una legge contro il consumo di suolo, per fermare "la modifica o la perdita della superficie agricola, naturale, seminaturale o libera, a seguito di interventi di copertura artificiale del suolo, di trasformazione mediante la realizzazione - entro e fuori terra - di costruzioni, infrastrutture e servizi o provocata da azioni, quali asportazione ed impermeabilizzazione". Dieci articoli per una legge attesa da decenni o, almeno, dal 2009, quando un'ampia aggregazione nazionale di associazioni, comitati e singoli cittadini denunciò il peso della speculazione edilizia.
Una legge dal basso dopo che lo scioglimento delle Camere ha sancito la fine del testo arenatosi al Senato, e con questo lo sforzo messo in campo all'inizio della legislatura. "Un fallimento, quello della politica, che ci obbliga a riprendere con energia la battaglia, perché di battaglia si tratta, per arrestare subito il consumo di territorio. Arrestare e non limitare o ridurre. Perché quello che serve oggi è un taglio netto", spiega il Forum Salviamo il Paesaggio, promotore del progetto di legge.
Il testo punta tutto sul recupero del patrimonio edilizio esistente, sulla bonifica e riconversione ecologica delle aree dismesse e abbandonate, sulla valorizzazione urbanistica, sociale, economica e culturale sia dei centri storici e sia delle periferie. La legge che oggi il Forum Salviamo il Paesaggio presenta è frutto del lavoro di un gruppo di esperti e arricchito dalle proposte di oltre 1.000 organizzazioni che compongono il Forum che si è costituito nel 2011.
Il Forum Salviamo il Paesaggio è pronto a raccogliere le firme dei cittadini, dopo aver presentato il testo all’attenzione della prossima legislatura. Nove anni fa, il 24 gennaio 2009, a Cassinetta di Lugagnano, in provincia di Milano, veniva promosso il manifesto della campagna “Stop al consumo di territorio”.
"Fertili pianure agricole, romantiche coste marine, affascinanti pendenze montane e armoniose curve collinari, sono quotidianamente sottoposte alla minaccia, all’attacco e all’invasione di betoniere, trivelle, ruspe e mostri di asfalto - recita il manifesto - Non vi è angolo d’Italia in cui non vi sia almeno un progetto a base di gettate di cemento: piani urbanistici e speculazioni edilizie, residenziali e industriali; insediamenti commerciali e logistici; grandi opere autostradali e ferroviarie; porti e aeroporti, turistici, civili e militari".
I numeri del consumo di suolo. Il consumo di suolo oggi "divora" la terra al ritmo di 4 metri quadrati al secondo. Nel 2000 si era toccata quota 8 metri quadrati al secondo e la media degli ultimi 50 anni si attesta tra i 6 e i 7 metri quadrati al secondo. Solo tra il 2013 e il 2015 le nuove coperture artificiali hanno riguardato 250 chilometri quadrati di territorio, 35 ettari al giorno, 35 campi di calcio ogni 24 ore (Ispra, 2017).
In termini assoluti, il consumo di suolo si stima abbia intaccato ormai circa 23.000 chilometri quadrati del nostro territorio, una superficie pari all'Emilia Romagna. Perdiamo suolo e con esso perdiamo biodiversità, bellezza, paesaggio, qualità della vita, salute, storia, agricoltura. Il nostro Paese è in grado, oggi, di produrre appena l’80-85% del proprio fabbisogno primario alimentare, contro il 92% del 1991.