La sonda cinese completa una missione storica raccogliendo campioni dal lato nascosto della Luna
La sonda lunare cinese Chang'e-6 ha recentemente completato un viaggio senza precedenti, tornando sulla Terra con campioni preziosi raccolti dal lato della Luna sempre nascosto agli occhi dell'umanità. Questa missione segna un punto di svolta nell'esplorazione spaziale e rafforza il ruolo della Cina come leader nello studio del nostro satellite naturale.
Il Chang'e-6 è atterrato nella regione settentrionale della Mongolia Interna, in Cina, martedì scorso. Questa missione, che ha avuto una durata di quasi due mesi, è stata trasmessa in diretta dalla CCTV, la televisione statale cinese, mostrando l'atterraggio del modulo assistito da un paracadute.
L'Amministrazione Spaziale Nazionale Cinese (CNSA) ha dichiarato la missione "un completo successo", con la sonda che ha operato senza intoppi fino al rientro. Il successo di questa missione è particolarmente significativo poiché la Cina è l'unico paese ad aver effettuato un atterraggio e raccolto campioni dalla parte della Luna che non guarda mai verso la Terra.
La missione ha visto il lander utilizzare un braccio robotico e un trapano per raccogliere circa 2 kg di materiale lunare. Questi campioni, raccolti in diversi giorni, sono di grande importanza scientifica, poiché si prevede che offriranno agli scienziati cinesi e internazionali nuove informazioni sulla formazione del sistema solare e sulle differenze tra il lato nascosto della Luna e quello rivolto verso la Terra.
Questa missione si inserisce in un contesto più ampio di aspirazioni spaziali della Cina, che ha visto il paese investire risorse considerevoli nel proprio programma spaziale per competere con potenze come gli Stati Uniti e la Russia. Con il successo del Chang'e-5 nel 2020, che ha riportato campioni dal lato vicino della Luna, e ora con il Chang'e-6, la Cina si posiziona come una potenza emergente nella corsa allo spazio.
Il successo della CNSA non si ferma qui: Pechino ha in programma di inviare astronauti sulla Luna entro il 2030, ampliando così ulteriormente le proprie capacità e il proprio raggio di azione nel campo dell'esplorazione spaziale. Il presidente dell'Agenzia Spaziale Italiana, Teodoro Valente In merito al rientro della missione cinese Chang'e 6, ha dichiarato: "Il rientro della sonda Chang'e 6 è un successo per tutti. Aver riportato a terra oltre due chilogrammi di rocce e suolo lunare proveniente dal lato a noi nascosto della Luna avrà un importante impatto sugli studi lunari e ci permetterà di fare dei passi avanti per la comprensione della evoluzione del nostro satellite naturale. Il materiale giunto a Terra è prezioso e di notevole importanza per gli studi anche sui prossimi passi legati al ritorno umano sulla Luna. In particolare, lo studio della raccolta di regolite sarà fondamentale per confermare la composizione ed il possibile impiego di questo tanto diffuso materiale sulla superficie lunare. L'Agenzia Spaziale Italiana in collaborazione con il Politecnico di Milano sta sviluppando il progetto Oracle (Oxygen Retrieval Asset by Carbothermal-reduction in Lunar Environment) destinato proprio allo studio dell'utilizzazione della regolite. L'obiettivo primario è quello di dimostrare la possibilità di estrarre ossigeno da questo materiale.
In collaborazione con l'Università degli Studi di Padova, invece, è il progetto Glams (Geopolimeri per Additive Manufacturing e Monitoraggio Lunare), le cui finalità riguardano la possibile realizzazione di elementi strutturali per la costruzione di basi lunari, con processi di stampa tridimensionali che sfruttano leganti cementizi formulati a partire dalla regolite.
Questi studi rappresentano uno dei tanti risvolti applicativi delle attività l'ASI legate al coinvolgimento dell'Italia nel ritorno sulla Luna. L'uso di materie "prime" in situ rappresenta, infatti, una capacità chiave delle future missioni di esplorazione spaziale".