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Bayonetta 3, la recensione

Nel terzo episodio delle avventure della strega più famosa dei videogiochi, il nemico viene dalla Terra

Bayonetta 3, la recensione
17 novembre 2022 | 14.06
LETTURA: 2 minuti

Quello di Bayonetta è un nome molto caro ai videogiocatori più appassionati: nel 2009 Hideki Kamiya, già autore di Devil May Cry, elevava il genere degli action game con un titolo sfacciato, irriverente e divertentissimo. Tra i consensi della critica, Sega pubblicava su Xbox 360 e PlayStation 3 una IP originale che avrebbe fatto parlare di sé dal primo istante. Eppure, passarono ben cinque anni prima che la strega con le pistole nei tacchi tornasse sulle scene, con un'operazione a sorpresa da parte di Nintendo che, co-producendo il sequel con gli sviluppatori Platinum Games, si assicurava l'esclusiva di Bayonetta 2 su Wii U. Da allora, Bayonetta è diventata una delle (poche) serie dedicate a un pubblico espressamente adulto e smaliziato che Nintendo continua a finanziare, seppur con il contagocce. Ci sono voluti ben otto anni e una nuova console per Bayonetta 3, ma il nuovo director Yusuke Miyata ha avuto tutto il tempo per realizzare l'episodio più grande e più cattivo della saga.

Le intenzioni di Platinum Games, dopo aver giocato, sembrano chiare: hanno deciso di infarcire Bayonetta 3 di una varietà incredibile. La trama è sempre stato uno degli elementi più bizzarri e discontinui del franchise, ma questa volta si trova un pretesto annoiato come il concetto di multiverso per giustificare la presenza su schermo di Bayonetta provenienti da diverse dimensioni e nuovi personaggi che incontrano quelli vecchi. Non solo: è possibile ora evocare i demoni in qualsiasi momento in battaglia, e ognuno di loro ha un potere specifico che spesso serve anche per risolvere gli enigmi ambientali. In Bayonetta 3 il combattimento duro e puro è intervallato spesso da una certa ansia nel cambiare discorso: si passa quindi a veri e propri giochi nel gioco, minigame ed eventi a tema che regalano grande quantità ma tendono a spezzare il ritmo.

Dal punto di vista tecnico, si deve prescindere dal fatto che Bayonetta ha la sfortuna di uscire per la terza volta su hardware sostanzialmente dalla potenza simile. Se altre serie come Devil May Cry hanno potuto presentare come pretesto per un ritorno una nuova qualità cosmetica, con Bayonetta 3 Platinum ha dovuto puntare tutto sul concept. Switch si comporta comunque bene, e in questo capitolo abbiamo ambientazioni più sfarzose e mostri più grandi, al prezzo però di una certa desolazione negli scenari, che raramente presentano un'abbondanza di nemici come i due precedenti. Al netto di queste mancanze, tuttavia, Bayonetta 3 è una lettera d'amore ai videogiocatori incalliti e non mancherà di sorprendere e intrattenere. Forse sono troppe, ma alcune delle idee presenti in questo gioco sono puro genio di game design. Purtroppo diluito, ma pur sempre genio.

Formato: Switch Editore: Nintendo, Sega Sviluppatore: Platinum Games Voto: 7/10

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