Gli azzurri Lamon, Consonni, Milan e Ganna battono la Nuova Zelanda
L'Italia è in finale per l'oro nell'inseguimento a squadre del ciclismo su pista alle Olimpiadi di Tokyo 2020. Gli azzurri Francesco Lamon, Simone Consonni, Jonathan Milan e Filippo Ganna hanno battuto la Nuova Zelanda facendo anche segnare il nuovo record del mondo di 3'42''307. Domani alle 11.06 la finale per l'oro contro la Danimarca.
A deciderlo il verdetto dei giudici, dopo la carambola nella semifinale con lo scontro in pista tra un ciclista danese e un inglese a pochi metri dal traguardo.
"I ragazzi hanno dimostrato che il lavoro fatto negli anni ha portato a tante emozioni. Oggi una delle grandi soddisfazioni è tornata. Ora dobbiamo tenere duro altre 24 ore e poi se vogliono ubriacarsi va bene", ha detto Ganna. "Alcune Nazioni hanno detto che il mio manubrio non era omologato, ma lo era dall'Uci, ci hanno voluto mettere i bastoni tra le ruote", ha aggiunto l'azzurro che ha poi ringraziato "lo staff per l'impegno, grazie a chi ci sta vicino siamo riusciti ad arrivare a questi risultati, ci hanno dato una grande mano oggi a fare qualcosa di bello".
Nell'ultima parte di gara "Marco Villa ci chiamava e bisognava rispondere, questo era il miglior modo di farlo e lo abbiamo fatto", ha aggiunto l'azzurro, che sui danesi in finale ha sottolineato: "dobbiamo guardare noi stessi e fare la gara su noi stessi. C'è una persona che seguiamo ciecamente a bordo pista, è il nostro faro e cercheremo di far divertire l'Italia".
L'oro di Viviani a Rio ha rilanciato la pista e ora sull'onda dell'entusiasmo vuole "condividere questa gioia con chi l'ha già provata. Elia anche solo con lo sguardo ti fa capire mille parole, c'è stato uno scambio di sguardi e abbiamo capito che poteva essere qualcosa di grande, abbiamo dimostrato che si può fare. La sfida di oggi? Dovevamo partire in 13''6 al secondo giro eravamo 13''3...ho detto fate quello che volete...", ha chiuso con il sorriso Ganna.