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Sinner e le tasse (non) pagate a Monaco, l'ipocrisia non serve a nessuno

Il tennista non parla del fattore economico nella scelta della residenza a Montecarlo

Jannick Sinner - Fotogramma
Jannick Sinner - Fotogramma
31 gennaio 2024 | 18.46
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Si può discutere all'infinito se sia giusto o meno che un tennista italiano, e vincente, come Jannik Sinner decida di risiedere nel Principato di Monaco, non pagando quindi le tasse in Italia. Con una premessa indispensabile. Si sta parlando di una questione etica, legata al valore che si vuole dare a una scelta personale, che comporta un vantaggio economico ma che non presuppone né illegalità né infedeltà fiscale.

Anche perché va ricordato che i premi dei tornei sono tassati nei Paesi che li ospitano e che il vantaggio fiscale, innegabile nel caso della residenza a Montecarlo, riguarda la tassazione di tutti gli introiti legati ai contratti di sponsorizzazione, alla pubblicità, ai diritti di immagine e agli investimenti. Può valere quindi il principio che ognuno è libero di vivere dove meglio crede, fino a quando non infrange la legge.

La grande questione fiscale che pone, tra gli altri, Aldo Cazzullo ha un fondamento e merita di essere sempre considerata, soprattutto pensando a chi frequenta i paradisi fiscali e a chi fa dell'evasione una sistematica professione di fede contro lo Stato. Rischia di sconfinare nell'iprocrisia se viene utilizzata esclusivamente per andare controcorrente rispetto all'onda che celebra il talento enorme di Jannick Sinner o, al contrario, se viene minimizzata e dimenticata perché l'immagine del campione non deve essere sporcata.

Poi ci sono le parole di Sinner che, a precisa domanda, risponde: "Quando ho fatto 18 anni mi sono allenato a Bordighera con il mio ex allenatore che aveva la residenza a Monaco: la cosa più bella di Monaco è che ci sono tanti giocatori con cui ti puoi allenare, strutture perfette, diverse palestre, campi buoni, mi sento a casa, sto bene lì, ho una vita normale, posso andare al supermercato senza problemi". Una risposta comprensibile ma evidentemente parziale. Anche in questo caso il rischio è che prevalga l'iprocrisia. Perché a Montecarlo si starà anche meglio che altrove, grazie alle strutture, al sole e alla discrezione, ma ci sono pochi dubbi sul fatto che la residenza a Montecarlo si scelga perché conviene, e non poco, economicamente.

Sinner è un campione, italiano, con la residenza a Monaco. E paga meno tasse di quelle che pagherebbe in Italia, perché gli è consentito farlo. Questo lo rende un modello da non emulare o addirittura un simbolo da contestare? Ognuno è libero di attribuire al rapporto tra Sinner e le tasse, e alla scelta che ha fatto, il peso che ritiene più giusto abbia. Preferibilmente, parlandone senza ipocrisia. (Di Fabio Insenga)

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