"Non c'è un motivo vero per dire no ai Giochi". Giovanni Malagò, presidente del Coni, reagisce così alla decisione ufficializzata dalla sindaca di Roma, Virginia Raggi, che ha annunciato il no alla candidatura per i Giochi 2024. "Consiglio alla sindaca e al vicesindaco di non presentare quella mozione, che parla di città che non sono mai state candidate. Si parla di Amburgo, che non è mai stata candidata. Boston non è mai stata candidata. Mi citano Madrid, che si è candidata 4 volte senza mai ritirarsi", dice Malagò, nella conferenza convocata nella sede del Comitato olimpico nazionale, riferendosi all'atto (LEGGI) che dovrà essere votato dall'Assemblea capitolina.
La delegazione guidata da Malagò avrebbe dovuto incontrare la sindaca alle 14.30. La prima cittadina, però, non si è presentata. "E' normale essere convocati alle 14.30 e alle 15.07 non siamo ancora ricevuti, con una conferenza stampa alle 15.30? E' tutto pretestuoso. Alle 15.07, dopo 37 minuti, in considerazione della conferenza stampa fissata abbiamo detto che era il caso che la sindaca ci dedicasse più attenzione e rispetto per il mondo che rappresentiamo", dice l'amareggiato presidente ripercorrendo i momenti chiave della giornata. "Abbiamo chiesto la diretta streaming ai paladini della trasparenza", aggiunge, evidenziando che un eventuale referendum avrebbe avuto risultati favorevoli alla candidatura: "I sondaggi sono chiarissimi, ce li hanno loro e ce li abbiamo noi". Il gradimento "era del 40/45% a maggio. A giugno era del 54%. L'ultimo dato è l'85%, nelle periferie vogliono la candidatura. Proprio nel serbatoio di voti del sindaco".
"Si parla delle eredità dei Giochi del passato. Quando ho sentito che Roma pagava ancora il debito per Roma '60, mi sono preoccupato e ho avvertito l'esigenza di andarmi a documentare. Ho chiamato la persona pià rispettabile e credibile sull'argomento, Silvia Scozzese, commissaria al debito di Roma: non la conosco, l'ho chiamata e ho chiesto. Mi ha mandato una email, un documento ufficiale per smentire una falsità assoluta. Nell'ambito del debito complessivo, 2 miliardi sono i debiti commerciali", spiega Malagò. Ora, non resta che attendere i passi ufficiali del Campidoglio: "Si dovranno assumere la responsabilità con un atto formale di discontinuità rispetto ad un atto precedente. Fino a quando non c'è un atto formale, noi siamo tenuti ad andare avanti". In agenda, ora, un incontro con il premier. "Ho sentito il presidente del Consiglio Matteo Renzi e gli ho detto che ci saremmo parlati con calma domani: dobbiamo incontrarci per una conferenza a Palazzo Chigi".