Oggi sono di fronte nella partita dei quarti di finale in Qatar
All'Estadio Monumental di Buenos Aires va in scena una vera e propria battaglia sportiva. Di fronte, nella finale dei Mondiali del 1978, ci sono l'Argentina padrona di casa e l'Olanda del calcio totale, all'epoca la squadra più forte del mondo. Due mondi lontani che sul campo si incrociano con le armi che hanno a disposizione. L'aggressività ai limiti, e anche oltre, dell'aggressione e le geometrie tattiche di un calcio all'avanguardia. E' anche la partita delle perdite di tempo a oltranza, dell'ostruzionismo usato più e meglio del pallone.
In tribuna c'è il dittatore argentino Jorge Videla, al potere in Argentina dal 1976. Per la nazionale albiceleste la partita è anche una prova di forza, con tutto il mondo a guardare e un approccio militare al risultato finale. I giocatori devono vincere per forza. E lo fanno vedere, e sentire, agli avversari: falli continui, spesso violenti, scaditi dalla folla inferocita sugli spalti.
Arbitra l'italiano Sergio Gonella, che deve gestire un clima rovente già prima dell'inizio della partita. Il centrocampista olandese René van de Kerkhof deve giocare con una fasciatura al polso e alla mano ma gli argentini protestano, si impuntano, e la partita inizia in ritardo, solo dopo l'intervento dei sanitari chiamati a ridurre il bendaggio.
L'arbitraggio viene considerato dagli olandesi, e anche dalle cronache sportive, decisamente insufficiente, casalingo, troppo permissivo verso le provocazioni. Finisce 3 a 1 ai supplementari, con la doppietta decisiva di Mario Kempes, uomo partita e capocannoniere del torneo. L'Argentina vince per la prima volta un Mondiale. L'olanda, in segno di protesta, non si presenta neanche alla cerimonia di premiazione. Oggi, il clima in Qatar è completamente diverso e Argentina e Olanda si giocano 'solo' l'accesso alla semifinale.