L'ex calciatore critica le politiche migratorie del governo, la tv lo sospende
La Bbc 'squalifica' Gary Lineker, volto del calcio in tv, e scoppia il caos. L'ex calciatore, che conduce il programma Match of the day dedicato alla Premier League, nei giorni scorsi su Twitter ha preso posizione contro la linea del governo britannico sul tema dell'immigrazione, paragonando le posizioni di Londra a quelle della Germania nazista. Le parole di Lineker hanno alimentato un dibattito rovente tra politica, social e calcio. La sospensione decisa dalla Bbc è destinata ad avere addirittura conseguenze sulla programmazione tv: Lineker ha ricevuto la solidarietà di illustri colleghi come gli ex calciatori Ian Wright e Alan Shearer, che dovrebbero disertare lo studio. Lo 'sciopero' dei commentatori trasforma il programma in una semplice rassegna di highlights.
La Professional Footballers’ Association ha annunciato che i giocatori non accetteranno di farsi intervistare dalla Bbc al termine delle partite.
Critiche arrivano, ovviamente dall'opposizione laburista, con Keir Starmer, leader del Labour, che accusa la Bbc di non "agire in modo imparziale piegandosi ai Tories che si sono lamentati di Lineker".
Critiche anche dall'ex direttore generale della Bbc, Greg Dyke, che ha detto che la corporation ha minato la sua credibilità mostrando "di aver ceduto alle pressioni del governo".
Intanto, però l'attuale direttore generale, Tim Davie, afferma che non intende dimettersi per quello che ha definito "un giorno difficile". "Mi dispiace per i disagi che ci saranno per il pubblico che non avrà alcuni dei suoi programmi", ha detto ancora, aggiungendo poi: "tutti vogliono risolvere con calma la situazione, Gary Lineker è il migliore del suo campo, questo non si discute".
"Gary Lineker è stato un grande giocatore ed un commentatore di talento; spero che l'attuale situazione tra lui e la Bbc possa essere risolta presto, ma è giustamente una questione che riguarda loro, non il governo", dice il britannico Rishi Sunak cerca di smarcarsi dalle polemiche.
Nel suo primo intervento sulla vicenda, Sunak ribadisce il suo sostegno alla controversa misura tesa a negare in modo permanente la possibilità di fare domanda d'asilo a chi cerca di arrivare nel Regno Unito attraversando la Manica a bordo di piccole imbarcazioni. "Come primo ministro io devo fare quello che credo sia giusto - dice- rispettando il fatto che non tutti possano essere d'accordo. Per questo sono inequivocabile nel mio approccio per fermare le imbarcazioni".
"Sono 45mila le persone che hanno attraversato illegalmente la Manica lo scorso anno, la maggior parte sfruttati e trafficati da gang criminali che mettono le loro vite in pericolo", aggiunge il premier conservatore affermando che "dobbiamo interrompere questo ciclo di sofferenza una volta per tutte e la misura presentata questa settimana io credo che punti a questo. Non è la cosa giusta e morale da fare - conclude - è anche la cosa più compassionevole".