Missione compiuta per gli azzurri che passano indenni in Russia e conquistano un posto tra le migliori otto della seconda competizione europea per club, confermando la vocazione 'copetera' del suo tecnico Rafa Benitez.
Missione compiuta per il Napoli che passa indenne sul campo della Dinamo Mosca e centra la qualificazione ai quarti di finale di Europa League, traguardo atteso da 26 anni. Agli azzurri, forti del 3-1 del San Paolo, basta un pareggio a reti bianche alla Khimki Arena per conquistare un posto tra le migliori otto della seconda competizione europea per club, confermando la vocazione 'copetera' del suo tecnico Rafa Benitez.
Il Napoli si presenta in campo con il piglio giusto e dopo dieci minuti Mertens sfiora il gol con il suo classico destro a giro, dal vertice dell'area, conclusione che supera Gabulov ma si infrange sulla traversa. Cinque minuti dopo gli azzurri vanno ancora vicini al vantaggio con un tiro di Callejon, lanciato da Jorginho, che finisce fuori di un soffio a portiere battuto.
La reazione dei moscoviti porta a due reti giustamente annullate dall'arbitro olandese Nijhuis. Nella prima, al 17', Samba segna di testa in fuorigioco su cross di Valbuena, nella seconda Kokorin, in netto fuorigioco, devia di petto un tiro di Valbuena dal fronte destro dell'area di rigore. Nella seconda metà del tempo il Napoli controlla senza affanni i tentativi della Dinamo.
La ripresa si apre con una buona occasione per la Dinamo dopo quattro minuti. Cross dalla destra, Kuranyi stoppa di petto in favore di Kokorin, destro di prima intenzione che Albiol devia oltre la traversa. Al quarto d'ora Higuain spreca un'occasione d'oro. Lanciato in contropiede, il Pipita si trova a tu per tu con Gabulov fuori area, lo dribbla e prova ad insaccare, eludendo il recupero di due difensori della Dinamo, ma spedisce alto.
Poco dopo la mezz'ora Hamsik, subentrato a Gabbiadini, serve una gran palla a Callejon ma lo spagnolo conclude debolmente tra le braccia di Gabulov. Negli ultimi minuti i russi smettono di crederci e il Napoli non rischia più nulla fino al triplice fischio dell'olandese Nijhuis.