"L'impatto dell'emergenza covid sul comparto sportivo è stato e sarà pesantissimo. Abbiamo elaborato una indagine su oltre 34mila associazioni che mostra un sistema sportivo in grande difficoltà ma che fa di tutto per reagire. L'8% di chi a febbraio non aveva riaperto ha cessato l'attività. A risentirne saranno anche i collaboratori sportivi che abbiamo sostenuto con il bonus, il 27% asd e ssd si avvarrà dello stesso numero collaboratori pre-Covid mentre il 42% pensa di cessare l'attività entro l'anno. La situazione è molto complicata". E' la fotografia della situazione del sistema sportivo italiano scattata dal presidente e ad di Sport e Salute, Vito Cozzoli, durante il suo intervento all'evento digitale 'Lo sport al centro della ripartenza del Paese-Ipotesi e prospettive per una rivoluzione culturale' promosso da Asi, Associazioni Sportive e Sociali Italiane, in collaborazione con Adnkronos Comunicazione e Ciwas, Confederazione Italiana del Wellness e le Attività Sportive per la Salute.
"Sport e salute sta monitorando e cercando di sostenere lo sport. Sognando e pensando al futuro, la distanza fisica non ha avuto un paracadute per colmare le mancanze relazionali, in questo momento va mantenuta la qualità della vita. Le 100mila società sportive sono l'ossatura sociale e civile del Paese in tutti gli 8mila comuni italiani", prosegue Cozzoli.
"Tutti ci troviamo a vivere queste difficoltà ma ci siamo accorti quanto lo sport può fare per migliorare la qualità della vita in cui viviamo. Lo sport è centrale in una comunità coesa, lo sport è per definizione green, circolare, meritocratico e produce benessere. Però la riapertura è soprattutto un fattore culturale: è necessario un rilancio del Paese, si deve fare rete e sport di squadra per uno futuro diverso ma anche migliore rispetto a quello prima della pandemia", prosegue.
"La scuola primaria deve essere il punto di partenza per rafforzare la cultura dello sport, non solo come attività fisica, abbiamo 20 milioni di italiani che fanno sport ma 40 milioni di sedentari, dobbiamo portarli a fare sport", aggiunge Cozzoli.
"Tecnologia e digitale non devono esser considerati competitor ma alleati dello sport, pensiamo all'utilizzo delle app nelle palestre, hanno lavorato di più le strutture sportive che si erano digitalizzate. La tecnologia aiuta anche a gestire meglio, un alleato di cui non si può fare a meno -sottolinea il n.1 di Sport e Salute-. Per quanto riguarda i luoghi dello sport, abbiamo censito 77mila impianti sportivi che devono essere ripensati e aggiornati alla pratica sportiva e valorizzati per la propensione sociale".
"Attraverso lo sport ci sono evidenze scientifiche consolidate che dimostrano come un euro investito produce 4 euro di risparmio in spesa sanitaria. Possiamo produrre risorse ingenti per l'abbattimento dei costi di accesso allo sport. Questi non sono sogni ma prospettive raggiungibili ma solo valorizzando l'azione sistemica dello sport mettendo da parte personalismi per immaginare un futuro diverso. Sport e salute sarà sempre a disposizione per fare gioco di squadra", conclude Cozzoli.