"Se non vengono messi 2 miliardi di euro a disposizione del sistema sportivo, intendo associazioni, attività sportive e per chi gestisce gli impianti, conteremo il danno in termini sociali e poi agonistico". E' l'allarme lanciato dal presidente della Federnuoto, Paolo Barelli, durante il suo intervento all'evento digitale 'Lo sport al centro della ripartenza del Paese-Ipotesi e prospettive per una rivoluzione culturale' promosso da Asi, Associazioni Sportive e Sociali Italiane, in collaborazione con Adnkronos Comunicazione e Ciwas, Confederazione Italiana del Wellness e le Attività Sportive per la Salute.
"Siamo arrivati a un punto drammatico, come sport ragioniamo in positivo ma siamo alla frutta. La realtà è drammatica, lo sport in Italia non si poggia su strutture solide di carattere statale, su una architettura a prova di pandemia, ma si poggia solamente sulla rete delle società sportive che sono messe male, si tratta di entità molto fragili -prosegue Barelli-. Il fatto stesso che non siano soggetti a fine di lucro, che mirano al profitto, li rende già deboli. Per una società sportiva giungere al pareggio di bilancio è l'obiettivo e al suo interno ci sono una serie di costi incomprimibili specialmente per le tante società che hanno in affitto, concessione, o hanno acceso mutui per gestire gli impianti".
"Nel momento in cui le associazioni falliscono, lo sport non lo può fare nessuno. I comuni non hanno risorse per le politiche sportive. C'è un problema reale: i ristori o i sostegni che sono stati dati hanno scontentato tutti, penso che nell'ambito sportivo ci sia stata una sottovalutazione con risorse assegnate in maniera errata, congegnata sulle entrate commerciali sull'anno precedente. Le associazioni non hanno entrate commerciali, il resto sono entrate istituzionali codificate in modo diverso e non sono quotate dall'Agenzia delle entrate: la beffa nel dramma. Su questo bisogna intervenire e le associazioni sportive tutte assieme devono farlo", conclude.