In scena il 9 maggio al Teatro La Stanza nell'ambito del Festival 'Mythos'
In scena al Teatro La Stanza di Treviso il 9 maggio, nell'ambito del Festival 'Mythos', 'Pietas' il nuovo reading-spettacolo tratto dal romanzo di Virman Cusenza 'Giocatori d’azzardo. Storia di Enzo Paroli, l’antifascista che salvò il giornalista di Mussolini', finalista del Premio Giovanni Comisso 2022. L’Italia del ventennio fascista entra, dunque, nel cartellone del festival di teatro classico 'Mythos 2023' di Treviso, ideato e diretto dalla regista teatrale e autrice di drammaturgie Giovanna Cordova. L’autore sarà a Treviso per introdurre lo spettacolo teatrale all'interno dello spazio di via Pescatori, un laboratorio in cui si preparano i giovanissimi attori allievi di Tema Academy, la scuola di teatro diretta da Giovanna Cordova.
Alle loro voci saranno affidate le letture teatralizzate che la regista ha costruito con le pagine del romanzo scritto dal giornalista siciliano. Una vicenda umana riferita a fatti realmente accaduti, poco nota, che si inquadra nella grande storia della seconda guerra mondiale e della caduta del regime fascista. E’ stato affidato ai giovani talenti di oggi l’impegno di 'scavare' nella memoria del nostro Paese e di renderla attuale per il pubblico trevigiano, anche con l’apporto degli interventi musicali curati dall’Associazione 'Manzato' e dell’artista Filippo Locatelli, autore di installazioni dallo straordinario impatto visivo.
"Questa è la storia di un persecutore che nel ’45 a Brescia viene braccato e finisce col nascondersi per otto mesi in uno scantinato, grazie alla generosità senza ritorni di un cittadino che ha tutto da perdere e nulla da guadagnare - racconta Virman Cusenza - Lui filo nazista vive a parti invertite la sorte che è toccata a migliaia di ebrei perseguitati. Un contrappasso che dimostra come senza pietà la giustizia diventa crudele e che la pietà senza giustizia diventi solo debolezza. È la parabola di un avvocato, socialista, che decide di salvare un nemico sconfitto. Lontano in tutto da lui".
"Un gesto che deriva dalla consapevolezza che sull’odio e sulle barricate non si costruisce il futuro civile di un Paese - sottolinea ancora Virman Cusenza - L’avvocato Enzo Paroli difende e poi salva la vita al fascista e razzista Telesio Interlandi, ma la sua pietà non è il perdono per le gravi responsabilità che il giornalista ventriloquo di Mussolini ha avuto e che restano incancellabili. Paroli crede che ogni uomo abbia diritto alla difesa anche quando ha terribili colpe, ma al tempo stesso avversa la pena di morte ritenendo che sia l’oltraggio più grave al diritto inalienabile di ogni uomo, la vita - conclude l'autore - Per questo, Leonardo Sciascia lo definì un 'eroe civile'".