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Sabrina Salerno: "Io vittima di una stalker, sto aspettando il codice rosso"

L'artista si racconta a Clarissa Domenicucci in una lunga intervista sullo Specchio de 'La Stampa': "Convivo con la paura di trovarmela davanti, temo la reazione che potrei avere e anche le conseguenze"

Sabrina Salerno - Fotogramma /Ipa
Sabrina Salerno - Fotogramma /Ipa
10 dicembre 2023 | 14.27
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“La mia forza è sempre stata quella di non prendermi troppo sul serio. Non sentivo il sacro fuoco dell’artista, in fondo non eccedevo in nulla e non scrivevo pezzi alla David Bowie; ero consapevole, ho dovuto arrangiarmi. Essere sexy era un modo di fare marketing, dovevo vendere dischi e cavalcavo la leggerezza dell’età”. Sabrina Salerno si racconta a Clarissa Domenicucci in una lunga intervista sullo Specchio de La Stampa.

“La maleducazione e l’allusione le ho sfiorate spesso ma non la violenza: episodi in cui mi sia trovata davvero in difficoltà non ce ne sono mai stati. Forse per merito del mio carattere. Non sono una che si intimorisce ma una mina vagante, si vede che posso reagire stampandoti una pizza in faccia. Devono aver pensato questa meglio lasciarla perdere, ma col senno di poi le dico che sono stata anche tanto fortunata. Certo di maschilismo e sessismo il nostro ambiente è pregno”, sottolinea.

“Proprio l’altro giorno a mio marito dicevo che me la sono dovuta conquistare la stima degli uomini con cui lavoro. Non è stata una passeggiata. Noi donne dobbiamo dimostrare sempre un po' di più rispetto ai maschi: che siamo belle, brave, performanti e seducenti, multitasking tra famiglia e lavoro ma disposte a guadagnare sempre un po' meno di loro. La parità dei diritti? Mi costa tantissimo ammetterlo ma siamo ancora lontani”. Ed ancora: “Nel 1991 quando mi proposero 'siamo donne oltre alle gambe c’è di più' pensai: ma cos’è questa roba? Ero sinceramente stupita e schifata dalla banalità del messaggio. Avevo 19 anni e mi sembrava stupido rimarcare certe ovvietà. Invece mai dare nulla per scontato. Chi avrebbe mai detto che quella frase sarebbe diventata uno slogan...”.

“Le è mai capitato di chiedere aiuto e di ricevere risposte timide?” chiede la giornalista. E Sabrina Salerno risponde: “Dal 2021 sono vittima di una stalker, una donna francese con gravi problemi psicologici. Ho sporto denuncia per stalking in Italia e in Francia, sto aspettando il codice rosso, ovvero il procedimento che prevede un intervento immediato. Me la sono ritrovata ovunque, anche nei pressi di casa e la sottoposero a Tso. Nonostante la denuncia nessuno mi dice niente: non so chi è, se è pericolosa. Convivo con la paura di trovarmela davanti, temo la reazione che potrei avere e anche le conseguenze, visto che se qualcuno entra in casa tua armato e ti difendi qui finisci anche in galera”.

Ma cosa vuole da lei questa donna? “È ossessionata, dice di essere mia moglie e che il diavolo ci separa. Ho le scatole piene di questa storia, vivo in ansia, penso alle donne impaurite che non hanno una rete intorno come me. Basta piangere ai funerali e non fare niente per cambiare le cose. Continuano a morire donne, è un fallimento. Bisogna denunciare, ascoltare, inasprire le pene”, continua la Salerno che nell’intervista racconta la sua adolescenza, l’incontro migliore e peggiore della vita; le paure, le amiche, la bella famiglia che ha costruito con suo marito, da 30 anni insieme. “Non ho inseguito l’occasione, è capitata, ma sono stata capace di coglierla al volo. Si chiama istinto di sopravvivenza", dice.

E sull’incontro con Claudio Cecchetto, colui che le aprì la strada della disco music, racconta: “Rimase sconvolto più dall’esuberanza che dalla voce, ricordo ancora la sua faccia! Al provino portai The Wilde Boys dei Duran Duran, Cecchetto rimase turbato dalla presenza impattante e dalla mia sfacciataggine, da lì iniziò il viaggio”.

Da dove nasceva la sua sfacciataggine? “Si chiama 'prendi il treno al volo che non ne passano tanti'. Avevo un passato complicato, ho saputo riconoscere le occasioni e sfruttarle”

Sabrina Salerno ammette di piacersi più oggi che venti anni fa: “Sto meglio a livello mentale e muscolare. Quando ho compiuto 30 anni mi sentivo già vecchia, finita: c’era Britney Spears prima in classifica! Io ero discograficamente morta. Non è stato facile; ho dovuto fare un percorso, risanare, schiarirmi la mente. Oggi mi piaccio, accetto il tempo che passa con dolcezza e sono una fan della medicina estetica che benedico. Le cinquantenni di oggi sono le trentenni di ieri, lo diciamo sempre con le mie amiche”.

Un lungo passaggio racconta il rapporto con il figlio diciannovenne Luca Maria, il suo orgoglio, ma c’è spazio per parlare d’amore: “Mio marito è l’acqua che spegne il fuoco. Mi stupisce sempre come riesca a calmarmi. In preda alle mie ire io parto per i miei deliri, mi arrabbio, sbraito. Non sono una persona diplomatica e con gli anni mi sono indurita; sono litigiosa e devo avere l’ultima parola, dovrei lavorarci su. Così creo dei casini incredibili, dico cose di cui mi pento, faccio la spacca mondo (non che ne vada fiera) e poi arriva lui, Enrico, ad indicarmi la terra e a riportarmici sopra”.

Con lei si parla spesso del trentennio trascorso e mai di quello in arrivo. Pensa mai a quando la Salerno diventerà nonna? “Lo sono già! Il primo figlio di mio marito, Andrea, lo ha fatto diventare nonno di una bambina bellissima e di conseguenza sono stata inclusa anch’io! Sono pronta; preparata. È una cosa bellissima, fa parte della vita".

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