Serie in tre doppie puntate in onda su Rai1 il 29, 30, 31 gennaio, prodotte da Luca Barbareschi con Eliseo Entertainment e Rai Fiction, protagonista Alessio Boni
Tre doppie puntate, in onda in prima serata su Rai1 per tre sere consecutive, lunedì 29, martedì 30 e mercoledì 31 gennaio, oltre che nel box set di Rai Play, per "far seguire la storia più in fretta possibile e mantenere il clima da thriller", come spiega Maria Pia Ammirati presidente di Rai Fiction, presentando nella sala Zavoli di Viale Mazzini la serie 'La lunga notte: la caduta del Duce' prodotta da Luca Barbareschi con Eliseo Entertainment e Rai Fiction e diretta da Giacomo Campiotti, su soggetto firmato dallo sceneggiatore Franco Bernini con Bernardo Pellegrini, con Alessio Boni protagonista nei panni di Dino Grandi e un cast composto fra gli altri da Duccio Camerini per Benito Mussolini, Martina Stella per Clara Petacci, Luigi Diberti per Vittorio Emanuele III, Maurizio Donadoni, Aurora Ruffino nelle vesti della principessa Maria Josè, Marco Foschi, Lucrezia Guidone, Ana Caterina Morariu.
La vicenda racconta le tre settimane del luglio 1943 che hanno portato alla caduta di Mussolini e della dittatura fascista. "La Storia è sempre complicata, fatta da uomini e donne, da confini da difendere o da estendere, da grandi vicende che riguardano il Paese e da vicende comuni che interessano le vite quotidiane - osserva Maria Pia Ammirati, presidente di Rai Fiction - In questa serie non vi è alcun intento nostalgico - tiene a precisare - ma c'è un'analisi dei fatti che diventa drammaturgia, nel solco della rappresentazione storica del fascismo, del nazismo e della seconda guerra mondiale, indagando sul clima politico e sociale del tempo".
Luca Barbareschi rivela che "il progetto nasce da una telefonata ricevuta dall'autore Franco Bernini e dalla sua stesura teatrale. Poi, quel soggetto è diventato una 'storia necessaria', da raccontare anche per fare i conti con il passato, con quel che è successo, altrimenti non si cresce - avverte il produttore - Occorre alfabetizzare per avere generazioni consapevoli che possano poi fare le loro libere scelte. Purtroppo - lamenta Barbareschi - viviamo in un tempo di stupidità assoluta, dove il trionfo del cretino ha una grande forza... Sono orgoglioso di aver prodotto questa serie tv e la responsabilità della Rai nell'educazione del nostro Paese resta importante".
L'autore e sceneggiatore Franco Bernini afferma: "Da uomo di sinistra, mi ha colpito questa storia che vede una riunione di fascisti per far cadere Mussolini, il duce del fascismo. E' una sorta di manuale su come far cadere un dittatore: spero che lo 'leggano' al più presto anche in Russia...". E lo storico Pasquale Chessa, che ha collaborato al soggetto, assicura che "qui la vicenda storica viene rispettata quasi alla lettera, in una drammaturgia che si concede pochissime licenze poetiche. Rappresentiamo in modo storiografico un episodio che in verità è difficile da raccontare, in assenza persino di un verbale di quella seduta del Gran Consiglio del Fascismo".
Dal suo canto, Alessio Boni protagonista del film tv nei panni di Dino Grandi, sottolinea il paradosso storico per il quale "un dittatore come Mussolini è stato destituito da una votazione, tra l'altro voluta da lui stesso anche se allo scopo di smascherare i 'traditori' per poi farli fucilare, dandosi così lui stesso una zappa sui piedi dopo il rifiuto del Re. A scuola si studia poco questo passaggio dal regime di Mussolini al governo Badoglio e la Rai, che è servizio pubblico, ha il dovere di farlo. Era facile - osserva l'attore - scivolare sull'eroismo, sul buonismo, sulla retorica, che invece sono stati del tutto evitati, raccontando il tutto come in un thriller".
(di Enzo Bonaiuto)