di Antonella Nesi
Il regista spagnolo ha ricevuto il Leone d'Oro alla Carriera della 76ma Mostra del Cinema di Venezia e si è commosso come si è commossa, tanto da doversi interrompere più volte, la presidente della giuria, la regista argentina Lucrecia Martel, alla quale è stata affidata la laudatio. La Sala Grande del Palazzo del cinema del Lido ha tributato al regista ripetute standing ovation. "Non sarò mai più solo, questo Leone mi terrà compagnia", ha detto il regista, spiegando di considerare il Leone alla Carriera come un "risarcimento poetico e politico", 31 anni dopo la presentazione a Venezia di 'Donne sull'orlo di una crisi di nervi', che, pure lodato molto dall'allora presidente della giuria Sergio Leone, non fu premiato. Ma anche rispetto all'accoglienza tributata nel 1983 a 'L'indiscreto fascino del peccato (Entre tinieblas)', che venne ritenuto "osceno" dal direttore della Mostra Gian Luigi Rondi, "vicino alla Democrazia Cristiana". "Per questo considero il Leone di oggi un atto di giustizia anche politico", ha sottolineato il regista col sorriso. Ad accoglierlo nel Palazzo del Cinema, oltre al direttore della mostra, Alberto Barbera, e al presidente della Biennale, Paolo Baratta, anche il ministro per i Beni e le Attività Culturali, Alberto Bonisoli.