A Venezia la star in campo per gli attori italiani
Dal monologo sullo straniero e sull'immigrazione alla battaglia 'sovranista' per gli attori italiani. Pierfrancesco Favino dal Festival di Sanremo 2018 alla Mostra del Cinema di Venezia 2023, con 2 interventi dirompenti su temi diversi e con prospettive nettamente differenti, dall'apertura e accoglienza alla difesa estrema dell'italianità. Nel Festival di 5 anni fa, l'attore propose il monologo tratto da La notte prima delle foreste, atto unico del drammaturgo e regista francese Bernard-Marie Koltès del 1977. Con un'interpretazione straordinaria, premiata dagli ascolti e dalla reazione del pubblico, Favino indossò i panni del migrante costretto ad adattarsi ad una nuova realtà, spesso ostile, in un paese raggiunto per cercare lavoro.
"Voglio poter urlare, voglio poter urlare anche se poi mi sparano addosso" @pfavino#Sanremo2018 pic.twitter.com/d4FFJ3cpqT
— Festival di Sanremo (@SanremoRai) February 10, 2018
Da Venezia 2023, invece, Favino si propone come portavoce della 'battaglia sovranista' per gli attori italiani. "Il pubblico italiano tornerà ad avere fiducia nel cinema italiano quando vedrà gli attori italiani entrare nelle produzioni internazionali", dice la star, che reclama 'ruoli italiani per gli italiani, riscuotendo ampi consensi tra i colleghi, anche tra coloro che non hanno mai nascosto il proprio orientamento progressista: da Gabriele Salvatores a Rocco Papaleo, da Alessandro Siani a Marco Bocci fino al maestro Pupi Avati. "È la piccola battaglia che io sto facendo per la quale dico che i ruoli italiani devono essere interpretati da attori italiani è perché nel momento in cui Alessandro Borghi, Sabrina Impacciatore, un Luca Marinelli sono in una produzione internazionale, improvvisamente il pubblico italiano si sente rappresentato in quello che considera essere il cinema di livello A o B".