Lo scrittore: "L’unica minaccia consistente è il divieto di libertà di espressione" mentre quelle attuate dal governo sono solo "misure transitorie di precauzione"
“Essere ristretti negli spostamenti in questo momento non è ancora una minaccia della libertà. L’unica minaccia consistente della libertà è il divieto di libertà di espressione. Questo è quello che per me segna il discrimine tra il rischio di recessione dei diritti e quelle che sono misure transitorie di precauzione”. Lo spiega all’Adnkronos lo scrittore Erri De Luca a proposito di un interrogativo che è sbarcato di recente anche nell’Aula della Camera dei deputati dove la parlamentare del gruppo misto Sara Cunial ha fatto riferimento a misure del governo che hanno “distrutto diritti fondamentali, naturali e costituzionali”.
De Luca, però, non è d’accordo: “Finché c’è libertà di espressione – scandisce - siamo ancora in democrazia”. Una parola che, appena pronunciata, porta lo scrittore a sottolineare un evento accaduto di recente: “Come scrive oggi Ezio Mauro in Ungheria nuove leggi di censura vietano ogni critica e la riscrittura dei libri di scuola ripropone scrittori antisemiti e cancella le glorie della letteratura magiara, come il Nobel Imre Kertész. L’aspirante dittatore di Ungheria cancella, dunque, Kertesz, Nobel di letteratura, dai libri di testo. E fa ancora abusivamente parte dell’Europa”, osserva infine De Luca.