I programmi 'inventati' di successo, la carriera nel giornalismo, l'impegno antimafia e l'attentato in via Fauro, lo scandalo P2, il suo teatro Parioli, le cinque donne della sua vita
'Maurizio Costanzo Show' non è solo il titolo del programma più famoso e longevo del giornalista, conduttore televisivo, autore radiofonico e commediografo romano, scomparso oggi all'età di 84 anni. E' anche da intendersi come lo 'show' di una vita, professionale e personale, di enorme popolarità e successo, di pubblico e di critica come si usava dire una volta. Era nato a Roma, da una famiglia di origini abruzzesi, nel 1938.
La sua vita familiare si è dipanata attraverso la relazione nel tempo con cinque donne, quattro delle quali ha sposato: la prima moglie Lori Sammartino fotoreporter; la seconda Flaminia Morandi giornalista con la quale avuto due figli, Camilla e Saverio, quest'ultimo già regista affermato; Simona Izzo con la quale ha convissuto; la terza moglie Marta Flavi nota conduttrice tv; e la sua attuale consorte Maria De Filippi, la mattatrice di 'Amici', il cui matrimonio civile è stato celebrato nel 1995 dall'allora sindaco di Roma, Francesco Rutelli, in Campidoglio; e con cui ha adottato un bambino.
Ancora più ricca e densa, se possibile, la sua vicenda professionale. Iniziata prestissimo, giornalista già a 18 anni come cronista del quotidiano romano 'Paese Sera'. Quattro anni dopo, collabora con la rivista 'Tv Sorrisi e Canzoni' e qualche anno più tardi diventa caporedattore del settimanale femminile 'Grazia'. Nel 1966, iscrive il suo nome anche nella storia della musica leggera, come autore del testo di 'Se telefonando', la canzone musicata da Ennio Morricone e portata al successo da Mina. Mentre l'anno successivo 'scopre' il comico Paolo Villaggio e assieme a lui crea il personaggio di 'Fracchia'.
Ma sono i salotti tv a decretare la fama di Maurizio Costanzo, re delle seconde serate, sia in Rai, sia in Mediaset: inizialmente con 'Bontà loro' primo talk show tv di grande audience, poi con 'Acquario', 'Grand'Italia', 'Fascination' per approdare finalmente al suo 'Maurizio Costanzo Show' dal teatro Parioli in Roma, di cui è stato anche direttore artistico. Esperienza che, scontando anche una dura polemica con il predecessore Gigi Proietti, ha ripetuto anche al teatro Brancaccio.
Dal 'Costanzo Show' nascono personaggi ancora oggi sulla cresta dell'onda ma allora semi-sconosciuti, come Vittorio Sgarbi, Luciano De Crescenzo, Valerio Mastandrea, Ricky Memphis, Daniele Luttazzi, Alessandro Bergonzoni, Giobbe Covatta, Enzo Iacchetti, Dario Vergassola, Gioele Dix; e da quel palcoscenico lancia per primo verso il grande pubblico i romanzi di Andrea Camilleri con protagonista il commissario Montalbano.
Tornando al mondo giornalistico, diventa direttore della 'Domenica del Corriere' e lancia il quotidiano popolare 'L'Occhio', in quest'ultimo caso con risultati non molto apprezzati dal punto di vista delle vendite e della qualità informativa. Firma una rubrica fissa prima sul 'Messaggero' e poi sul 'Tempo'. Più di una volta è presidente della giuria di 'Miss Italia'. 'Contatto' è invece il nome del primo telegiornale di una tv privata, da lui fondato.
Il colpo più duro alla sua immagine arriva nel 1981 con lo scandalo P2 e il suo nome nella famigerata lista massonica di Licio Gelli, per la quale si scuserà e si autoaccuserà pubblicamente. Agli onori delle cronache, invece, sale con la maratona tv antimafia in duetto Rai-Mediaset con Michele Santoro.
Impegno giornalistico e civile, probabilmente causa del fallito attentato che subì nel 1993 con l'esplosione della sua auto carica di tritolo in via Fauro, a pochi passi dal 'suo' teatro Parioli. Dove è tornato lo scorso anno per riprendere a registrare le nuove puntate per la ripresa del 'Maurizio Costanzo Show'.
(di Enzo Bonaiuto)