Il cantautore a Sanremo per il Premio Tenco: "Se pensassero di fare una cosa del genere, sarebbe davvero grave perché riporterebbero l'Italia indietro a livello culturale" - "Lucio Dalla e Pino Daniele i numeri uno ma ora spazio ai rapper"
"Questo governo, pur con una composizione un poco 'tradizionalista' in taluni settori, non credo che voglia intervenire rimettendo in discussione taluni diritti conquistati dalle donne e dalla comunità lgbt. Spero di no e mi auguro che Giorgia Meloni lavori bene da capo del governo, perché il Paese ha bisogno di un buon governo". E' quanto afferma, intervistato dalla AdnKronos, il cantautore Fabio Concato a Sanremo per ricevere il 'Premio Tenco'.
"Certo - prosegue Concato - quando penso a taluni diritti acquisiti negli ultimi anni, non nego che ci possano essere alcune preoccupazioni che questi possano in qualche modo essere 'manomessi'... Ma se pensassero di fare una cosa del genere, sarebbe davvero grave perché riporterebbero l'Italia indietro a livello culturale. Ma io trovo che la Meloni sia una donna molto intelligente: non posso pensare che abbia mire di quel tipo e, ove mai le avesse, sono sicuro che starà molto attenta e ci penserà su molto prima di esporsi e intervenire".
Anche perché, osserva ancora Fabio Concato, "al di là della infelice battuta arrivata dalla Francia, quel 'vi teniamo d'occhio', è chiaro che è perfettamente così da parte non solo dei nostri vicini francesi ma di tutta l'Europa; così come, del resto, anche noi italiani 'teniamo d'occhio' tutti gli altri... Certi diritti sono acquisiti ma non lo sono per sempre, una volta per tutte: vanno difesi e anzi andrebbero anche allargati un pochino di più".
Tornando sui temi musicali, Fabio Concato osserva che "per un cantautore, il 'Premio Tenco' è il premio per antonomasia, lo è sempre stato: sembrava che non potesse durare tantissimo e invece continua a esserci e continua a lavorare, a premiare e anche a scoprire nuovi talenti. Essere qui a Sanremo e prendere un 'Tenco' è qualcosa che mi inorgoglisce molto, confesso questo peccato d'orgoglio".
"In questo momento, penso a quelli che io considero i due 'numeri uno' della canzone d'utore italiana, ovvero Lucio Dalla e Pino Dan iele - sottolinea Concato - Ma le cose cambiano, ci sono nuove tecnologie e il mercato discografico ne tiene conto e sta cambiando facendo largo ai rapper: anche il rap va inserito nel cantautorato, perché no? Ci sono rapper che scrivono cose potentissime a livello dei testi, magari la musica è ancora un pochino carente... ma diamogli ancora qualche anno di tempo".
(dell'inviato Enzo Bonaiuto)