Un lockdown a due facce per Claudio Baglioni. Il cantautore romano ha spiegato che se dal punto di vista "personale" le chiusure determinate dal Covid non gli sono pesate, dal punto di vista artistico lo hanno "paralizzato" per 3-4 mesi.
"La mia vita personale non è cambiata molto, non sono mai stato uno che usciva molto la sera. Ho bisogno di stare da solo, anche per compensare i momenti in cui si sta in mezzo a tanta gente. Quindi questa chiusura non mi ha pesato. Chiaramente dal punto di vista dei concerti mi sono fermato ma anche dal punto di vista della composizione mi sono paralizzato. Sono stato fermo 3-4 mesi senza fare niente. Ho pensato che non avrei finito nemmeno questo disco. Poi invece ho ricominciato a lavorarci e l'abbiamo portato a termine", ha detto Baglioni presentando il suo nuovo disco, 'In questa storia che è la mia', che contiene 14 brani, 1 ouverture, 4 interludi piano e voce, ed un finale e che uscirà venerdì 4 dicembre.
Sempre sul Covid, Baglioni è convinto che sarebbe un grande sbaglio non ricavarne degli insegnamenti: "Sarebbe una bestemmia. Bisogna prendere il meglio di quello che questa situazione ci sta insegnando: occorre rivedere, ripensare, correggere. Non mi aspetto un mondo tutto nuovo ma l'idea di rifare tutto proprio com'era prima mi preoccupa", ha aggiunto.