'Mi piacerebbe che siano gli uomini a celebrarci, con le nostre fragilità, i nostri timori, i nostri sogni'
"Nulla da festeggiare l'8 marzo, almeno a mio avviso. Una giornata che non ho mai sentito mia. Sarebbe bello poter trasformare il paradigma. Che siano pure gli uomini a festeggiare noi donne, con le nostre fragilità, i nostri timori e i nostri sogni. Donne in parte 'sospese' che si completano con l'altra nostra metà". Si confessa all'Adnkronos, alla vigilia della Festa della donna, Rebecca Bianchi, étoile del Teatro dell'Opera di Roma, sposata con il ballerino e maestro Alessandro Rende e super mamma di 4 meravigliosi bambini, Emanuele 11 anni, Margherita 9, Dorotea 5, Giosuè 2 anni.
Revendica orgogliosa il suo ruolo di "madre, moglie e artista, ogni giorno non solo una volta l'anno - spiega - all'interno di una famiglia che è il motore delle mie giornate, ma anche della mia professione. Mi sentirei incompleta senza la forza che mi danno i miei figli, ma soprattutto mio marito, la mia assoluta metà, un uomo generoso, concreto, mi dà stabilità e sicurezza, mi guida per mano dai miei sogni verso la terraferma come in un quadro di Chagall".
E aggiunge Rebecca Bianchi che vedremo, a partire dal 26 aprile al Palais des Sport di Parigi protagonista di 'Nuit dansée' (costumi maison Dior), il balletto creato da Giorgio Mancini per la compagnia del Teatro dell'Opera di Roma diretta da Eleonora Abbagnato, "una giornata da ricordare, comunque, tutto l'anno da interpretare come segno di speranza per quello che hanno fatto le vecchie generazioni, penso alla mia bisnonna, a mia nonna. Hanno saputo imporsi tra mille difficoltà, nel silenzio del loro lavoro all'interno della famiglia. Che il loro esempio - prosegue l'étoile capitolina - possa essere un lascito, un esempio da seguire per i più giovani" .
Un 8 marzo da festeggiare per la danzatrice nella 'celebrazione' della coppia. "Siamo donne e lo ripeto, siamo madri, artiste, come nel mio caso - spiega ancora - Ma siamo anche fortunate di avere accanto uomini che siano un reale sostegno all'interno della famiglia, un aiuto concreto e sempre presente, uomini che sappiano soprattutto valorizzare e mettere in luce ciò che siamo. Convivere significa dare alla coppia tutte le opportunità necessarie per crescere ed emanciparsi, per affrontare e vivere in pienezza le nostre passioni senza rinunce. E' quello che mi accade ogni giorno - conclude- nella vita privata, sul palcoscenico della danza. Per me l'8 marzo è tutti i giorni", conclude.