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Mobilità: lettera a Trenitalia, se accoglie bici in treno diventa azienda moderna

Le firme hanno superato quota 55.000. "Da Trenitalia risposta lontana dal concetto di responsabilità sociale di impresa". La scorsa settimana "no" dell'azienda

La promotrice della petizione, Sara Poluzzi, sulla sua bici
La promotrice della petizione, Sara Poluzzi, sulla sua bici
20 gennaio 2015 | 16.40
LETTURA: 3 minuti

"Cara Trenitalia, ti chiedo, insieme agli altri 55.000 e oltre, che hanno firmato la mia petizione, di ammodernarti davvero e consentire su tutto il territorio nazionale l'ingresso delle bici in treno, saltando il passaggio della trattativa con le regioni". Lo scrive, in una replica alla risposta -negativa- di Trenitalia, la promotrice della petizione su Change.org dedicata all'argomento. Nella missiva, diffusa dalla piattaforma di petizioni online, si critica l'azienda per aver "rimbalzato" la richiesta di un abbonamento nazionale per il trasporto intermodale di biciclette sui treni, e si rilancia: "ci piacerebbe che, come altrove, fosse gratuito, come quello dei bagagli. Che magnifica risposta sarebbe".

"Il fine che vogliamo ottenere, come utenza e dunque meritevole di ascolto, è quello di migliorare -prosegue la lettera- l'interazione del servizio ferroviario con mezzi pratici ed ecologici come le biciclette: un abbonamento nazionale, mensile ed annuale, che consenta il trasporto di bici sui treni regionali ed a lunga percorrenza, annullando per sempre gli attuali regionalismi. Eppure vediamo che la tua risposta è lontana dal concetto di responsabilità sociale di impresa, il quale dovrebbe portare un'azienda a curarsi dell’impatto che questa ha sui suoi frequentatori (e sull'ambiente), soprattutto per un servizio pubblico fondamentale come quello dei trasporti. Perlomeno nel 2015".

"Modalità di servizio novecentesche, ascoltate le esigenze dei clienti"

La promotrice sottolinea di non voler "certo insegnarti il mestiere: però ormai viaggiamo tutti, siamo informati, e sappiamo che le aziende moderne e organizzate basano il proprio successo sull’ascolto del cliente, mentre in questa circostanza è proprio una mancanza di ascolto che si avverte. Rispetto alle esigenze moderne, la modalità di erogazione del servizio che Trenitalia gestisce in tutta Italia è novecentesca. Perché rimandare il singolo cittadino a 20 regioni? I treni li hai tu, mica la Regione, e su quei treni puoi offrire un servizio migliore e innovativo".

"Quello che ti chiedo conclude la missiva- insieme agli altri 55.000 e oltre, è che tu ti ammoderni davvero, salti il passaggio regionale sulla vicenda delle biciclette, eviti di insabbiarci nei mille rivoli delle amministrazioni e delle associazioni a cui rimandi per accordi spezzettati e ti decida finalmente a far accedere su tutto il territorio nazionale, senza altro indugio, le biciclette; che questo servizio sia esteso anche ai treni di lunga percorrenza; e ci piacerebbe che, come altrove, fosse gratuito, come quello dei bagagli.

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