Rapporto Annuale dell’Esg Culture Lab
Più del 50% degli italiani sa cos’è l’Agenda 2030, ma il 76% non conosce la sigla Esg. E' quanto emerge dall’indagine annuale dell’Esg Culture Lab di Eikon Italia. I risultati dell’indagine sono stati presentati oggi a Palazzo dell’Informazione, durante l’evento 'Le nuove sfide della sostenibilità', a cura di Eikon Italia Società Benefit in collaborazione con il Gruppo Adnkronos. Se è vero, dunque, che tutti sanno cosa sia la sostenibilità, poco più della metà (59%) ha sentito parlare di Agenda 2030 - prevalentemente in tv o radio (59%), social media (32%) e giornali (30%) - e il 76% (3 su 4) non conosce la sigla Esg.
Nell’identikit di chi ha sentito parlare di Agenda 2030 e Esg, emerge che gli uomini hanno sentito parlare dell’Agenda 2030 più delle donne (62% contro il 56%) così come la classe 18-29 (68%), che però conosce meno gli obiettivi Esg (18% contro 25%). Per entrambi la conoscenza di questi temi è maggiore nei centri urbani, con oltre 240.000 abitanti (65% contro il il 57% nei centri più piccoli per Agenda 2030 e 33% contro 21% per gli Esg). Anche lo status lavorativo incide sulla conoscenza: chi è occupato, infatti, ha sentito di più parlare di Esg (28% contro il 16% di chi non è occupato) così come chi lavora nel pubblico ha una conoscenza maggiore dell’Agenda 2030 rispetto ai privati (66% contro 57%).
Infine, chi lavora in organizzazioni più grandi (oltre 249 dipendenti) è più informato sia sull’Agenda 2030 (66% contro 41%) che sugli Esg (31% contro 14%) rispetto a chi lavora nelle micro aziende. L’obiettivo che riguarda il consumo responsabile e smaltimento dei rifiuti è quello che ottiene il coinvolgimento più alto in tre delle quattro sfere trattate, vale a dire in quella personale, in quella professionale e nel giudizio sulle organizzazioni. Il livello di coinvolgimento maggiore in questo ambito è senza dubbio nella sfera personale, per cui l’80% dichiara di impegnarsi e di essere focalizzato sul consumo responsabile e sullo smaltimento dei rifiuti. Il campione si percepisce molto coinvolto nel raggiungimento degli obiettivi dell’Agenda 2030 che investono la vita quotidiana, considerando il proprio contributo importante e cercando di agire al meglio delle loro possibilità.
Le persone sembrano dare priorità al consumo responsabile e allo smaltimento dei rifiuti, provando a riorganizzare in questa ottica la propria vita (soprattutto donne e over 50). È considerata importante anche la lotta al cambiamento climatico, connessa alla scelta del mezzo di trasporto, con l’uso di mezzi alternativi, quando possibile. Abbastanza positivo e stabile il giudizio sul coinvolgimento delle Istituzioni, che però presenta anche alcune criticità: metà del campione esprime giudizi positivi sulle iniziative per rendere più accessibili le fonti di energia rinnovabile, che, però, allo stesso tempo, vengono considerate ancora troppo delegate ai singoli.
Anche sul tema dell’efficienza energetica la metà del campione ritiene che le Istituzioni riconoscano l’urgenza e stiano ricercando le soluzioni. Nel giudizio sul coinvolgimento delle organizzazioni in cui si lavora vi è, invece, una situazione polarizzata sul discorso delle energie rinnovabili: il 30% degli intervistati le considera focalizzate ma un altro 28% le ritiene indifferenti. Decisamente più positivo il giudizio sulla gestione dei rifiuti, che migliora con l’aumentare dell’età. La capacità di gestire i rifiuti è infatti un obiettivo perseguito, secondo il 66%, anche dalle organizzazioni per cui si lavora.
Il campione esprime un giudizio più positivo, infine, rispetto al proprio coinvolgimento nella vita lavorativa, che registra valori nettamente più alti nella fascia over 50. Si raccontano molto coinvolti nel consumo responsabile: in prima linea nella riduzione degli sprechi e nella sperimentazione di nuove modalità di lavoro, il punto di forza (76%) è relativo al tema del consumo e produzione responsabili. Tra le priorità anche l’emergenza climatica.