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Elezioni, il Manifesto 'per un gestione circolare dei rifiuti'

Inviato da Assoambiente alle forze politiche

Elezioni, il Manifesto 'per un gestione circolare dei rifiuti'
15 settembre 2022 | 13.45
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Obiettivo: assicurare al Paese una corretta ed efficace gestione dei rifiuti e per garantire un supporto effettivo alla politica ambientale ed energetica italiana. Assoambiente, l’Associazione che rappresenta le imprese private che svolgono servizi ambientali, gestiscono rifiuti e sono attive nella Circular economy, ha inviato alle forze politiche in campo per le prossime elezioni politiche 2022 un Manifesto in 12 punti dal titolo 'Per una gestione circolare ed efficiente dei rifiuti: le priorità del settore', che riassume le priorità per garantire una gestione dei rifiuti in linea con gli indirizzi europei e nazionali.

Nel Manifesto l’Associazione evidenzia come "il contesto nel quale operano oggi le imprese del settore presenta gravi lacune e ritardi che frenano non solo gli investimenti, ma anche ogni intervento indispensabile per rispondere alla drammatica situazione generata da due anni di pandemia e aggravata dalla preoccupante corsa al rialzo dei costi dell’energia e delle materie prime".

“Il tema strategico della gestione rifiuti - ha affermato il presidente Assoambiente Chicco Testa - è purtroppo il grande assente in molti dei programmi delle forze politiche in campo e nel dibattito della campagna elettorale. Chiediamo al mondo della politica l’impegno ad affrontare il tema della gestione dei rifiuti e delle bonifiche con una visione globale di breve, medio e lungo periodo ed un approccio pragmatico, funzionale al rafforzamento di un comparto industriale in grado di imprimere slancio e competitività al nostro Sistema Paese. Per questo abbiamo realizzato un Manifesto in cui evidenziamo le principali misure di intervento che dovrebbero costituire il perno delle scelte del prossimo Parlamento e del futuro governo”.

IL MANIFESTO - Queste le principali richieste, formulate dall’Associazione: limitare gli interventi sulla normativa quadro, eliminando le disomogeneità territoriali e semplificando, per quanto possibile, gli adempimenti a carico delle imprese; semplificare i procedimenti autorizzativi degli impianti rendendo perentori ed effettivi i termini per il rilascio di pareri da parte delle Amministrazioni con la previsione del silenzio-assenso o di poteri sostitutivi in caso di inerzia; prevedere, in questa fase critica, ulteriori misure a tutela dei consumatori e delle imprese a garanzia della continuità delle forniture di energia elettrica e gas, nonché della sostenibilità economico-finanziaria dei contratti, attraverso ulteriori interventi dell’Arera; riconoscere la strategicità degli impianti di riciclo e recupero dei rifiuti e degli scarti, e individuare le necessità infrastrutturali e impiantistiche attraverso l’analisi dei fabbisogni.

Ancora: sfruttare il potenziale energetico dei rifiuti per la produzione di elettricità, calore, biogas e biometano, rendendo le norme di settore coerenti con questo obiettivo; razionalizzare, ottimizzare e uniformare il sistema dei controlli; garantire un coordinamento più efficace tra i diversi enti territoriali che, a vario titolo, intervengono nel ciclo di gestione dei rifiuti; unificare e digitalizzare i molteplici modelli di dichiarazione richiesti dalle diverse normative e dalle autorità locali; intervenire urgentemente sul fenomeno dei ritardi dei pagamenti da parte delle Pa, che pongono a serio rischio soprattutto le imprese che operano nella raccolta dei rifiuti urbani; rendere i materiali e i prodotti cosiddetti 'secondari' una risorsa conveniente e accessibile per il mercato e per i settori della trasformazione, attraverso la semplificazione dei percorsi normativi di riconoscimento degli End of Waste e dei sottoprodotti; prevedere un più stringente obbligo di applicazione del Ccnl di categoria al fine di evitare fenomeni di 'dumping' concorrenziale; intervenire sul carico burocratico-amministrativo che oggi rallenta gli interventi di bonifica dei siti inquinati per aumentare gli interventi di risanamento, riducendo l’uso di aree vergini.

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