Un obiettivo che parla di consumo e produzione sostenibili e che è alla base della filiera del consorzio. Quella che realizza la 'bottle to bottle'
Un consorzio relativamente giovane (il riconoscimento iniziale da parte del ministero dell’Ambiente è del 2018) che di strada ne ha fatta tanto che in quattro anni è passato dai 7 consorziati iniziali ai 56 attuali e dai 200mila euro di fatturato a un giro d’affari da 160 milioni di euro. Numeri che spiegano anche perché Coripet, il consorzio volontario per riciclo del Pet, può dare una mano nel realizzare uno degli Obiettivi dell’Agenda 2030 dell’Onu: l’obiettivo 12, che promuove l'attuazione del programma decennale dell'Onu per un modello di consumo e di produzione sostenibile.
“L’obiettivo 12 parla di sviluppo sostenibile ed è alla base della nostra filiera integrata – spiega all’AdnKronos il presidente di Coripet, Corrado Dentis - Siamo da sempre molto attenti a creare un percorso virtuoso per questa seconda, terza, quarta vita della bottiglia e quindi ci pare che l’obiettivo 12 possa essere il filo conduttore di riferimento a cui il consorzio cercherà di dare il massimo contributo per l’ottenimento del risultato finale”. Un percorso virtuoso che è anche il cuore del messaggio che il consorzio porta quest’anno a Ecomondo, la fiera della green economy e dell’economia circolare in corso a Rimini Fiera.
Un percorso che il consorzio ha sempre chiamato ‘bottle to bottle’: ridare vita a una bottiglia già utilizzata, “rispettando certe regole del gioco, una delle quali prescrive che, per dare le migliori garanzie possibili al consumatore nel momento in cui una bottiglia riciclata viene nuovamente utilizzata e quindi riprende vita diventando un nuovo contenitore, questa bottiglia debba avere una tracciabilità e una filiera di origine e al suo interno non meno di 95 bottiglie su 100 nate per contenere alimenti. Noi questo lo facciamo con gli eco-compattatori e le macchine intelligenti, che stiamo allestendo in tutto il territorio nazionale, che sono in grado di riconoscere e distinguere se un contenitore è in Pet e se è nato per contenere e ha contenuto alimenti”.
“In quattro anni – spiega Dentis - ci siamo guadagnati la leadership in Italia. Oggi abbiamo il 52% della quota di mercato relativa ai contenitori per liquidi in Pet. I 7 consorziati del 2018 sono oggi 56. E se il primo anno di attività ci portò a 200mila euro di fatturato, quest’anno il consorzio, che stabilmente dovrebbe occupare il quarto posto nella gestione dei materiali da imballaggio in Italia, dovrebbe raggiungere i 160 milioni di giro d’affari”.