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Il futuro della moda, il giro d'Italia della Csr fa tappa a Vicenza

Il futuro della moda, il giro d'Italia della Csr fa tappa a Vicenza
27 aprile 2022 | 11.45
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Il Giro d’Italia della Csr continua il suo percorso nel segno della sostenibilità, e questa volta mette al centro la filiera della moda. L’occasione è la tappa in programma a Vicenza il 29 aprile, la sesta dopo gli appuntamenti di Roma, Trieste, Messina, Bologna e Ivrea. L’incontro si svolgerà come di consueto in modalità mista: in presenza, secondo le regole di accesso previste dalle normative vigenti, e in streaming sul canale YouTube del Salone. Moda e mondo del fashion saranno lo spunto per un discorso più ampio, dedicato alla centralità dei territori nei processi di innovazione e condivisione.

La responsabilità sociale sta diventando sempre di più di territorio - conferma Rossella Sobrero, del gruppo promotore de Il Salone della Csr e dell’innovazione sociale -. Cresce la consapevolezza che una singola impresa o una singola organizzazione non possono risolvere problemi complessi che quelli che dobbiamo affrontare. Anche nella tappa di Vicenza verrà ricordata la necessità della partecipazione attiva di tutti gli attori sociali e del ruolo innovativo che alcune organizzazioni possono avere per stimolare un cambiamento reale nel modo di progettare, produrre, lavorare, studiare, comunicare”.

L’incontro di Vicenza, che si svolgerà nella sede vicentina del polo universitario veneto in viale Margherita, è organizzato da Il Salone della Csr e dell’Innovazione sociale in collaborazione con Università di Verona e Ris (Rete innovazione Sostenibile). “Le testimonianze di connessioni sostenibili che saranno presentate dai relatori di questa tappa evidenzieranno il fatto che la sostenibilità è composta da tanti piccoli pezzi e che nessun soggetto da solo può contribuire in modo efficace allo sviluppo sostenibile" commenta Lorenzo Orlandi, presidente di Ris (Rete innovazione Sostenibile) e co-organizzatore dell’incontro".

"Sono le connessioni e le sinergie che generano la spinta necessaria al raggiungimento dell’efficacia dei progetti; mentre i dati e i risultati sono lo stimolo al miglioramento continuo e allo sviluppo. L’obiettivo 17 della Agenda 2030 sottolinea proprio questo aspetto, quindi possiamo dire che è grazie alla connessione di soggetti che condividono un obiettivo comune che è possibile raggiungere grandi risultati” conclude Orlandi. La differenza tra parlare di sostenibilità e fare sostenibilità sta proprio in questo: per favorire il successo è necessario il contributo di diversi stakeholder, coinvolti attraverso la condivisione di valori e obiettivi per raggiungere dei target predefiniti.

Dopo gli interventi introduttivi di Lorenzo Orlandi, di Diego Begalli direttore del Dipartimento di Economia Aziendale dell’Università di Verona e di Andrea Beretta Zanoni, Presidente di Vicenza Univr Hub, l’incontro entrerà nel vivo accendendo i riflettori sul mondo del fashion, sempre più coinvolto nella sfida della sostenibilità. Basti pensare che, secondo gli ultimi dati diffusi a marzo 2022 dal Green Retail Lab di Retail Institute Italy, il mondo della moda consuma un quarto del bilancio globale dei combustibili fossili. E da solo è responsabile del 10% delle emissioni globali di carbonio, più di tutti i voli internazionali al mondo. Non solo.

Secondo una ricerca pubblicata su Nature, il 20% dell’inquinamento idrico viene dal lavaggio delle fibre sintetiche e il 35% delle microplastiche degli oceani vengono dal lavaggio di tessuti. C’è poi il tema del riciclo dei tessuti usati: solo l’1% dell’enorme massa di quelli prodotti (lana, cotone, fibre diverse) viene riciclata. Il resto, compreso l’invenduto, viene distrutto, e ogni anno vengono usati 1.500 miliardi di litri di acqua per trattare i rifiuti tessili.

Nel quadro allarmante dell’impatto ecologico del mondo della moda, il nostro Paese gioca una partita importante. L’Italia, infatti, è leader dell’economia circolare del tessile grazie a realtà virtuose che hanno saputo attivare modelli produttivi innovativi. A raccontarli in prima persona durante l’incontro di Vicenza ci saranno Matteo Ward e Giorgio Fermanelli di WRÅD; Luca Vignaga, AD di Marzotto LAB; Giulia De Rossi, founder di Nazena e Andrea Rosso, Diesel Sustainability Ambassador.

Al centro dell’importante lavoro di questi marchi simbolo del Made in Italy c’è il concetto di moda eco-friendly: dai jeans compostabili alle collezioni realizzate con filati recuperati fino al coinvolgimento di eco sartorie a valenza sociale, il messaggio che viene veicolato è quello di una nuova concezione della moda, da fenomeno mass mediale che causa sprechi e inquinamento a fenomeno sociale che mette al centro l’ambiente e le persone. E fa anche guadagnare meglio: secondo l’ultimo Circular Fashion Report del 2020, l'industria della moda circolare digitalizzata potrebbe essere un mercato da 5 trilioni di dollari, il 67% in più del valore dell’industria fermo (nel 2020) a 3 trilioni.

Non solo fashion e moda. Uno degli obiettivi della tappa vicentina del Giro d’Italia della Csr è quello di evidenziare come il modello virtuoso della collaborazione “a chilometro zero” sia vincente in ogni settore. A dimostrarlo saranno le esperienze raccontate da Paolo Dagazzini di MAG Verona; Andrea Toniolo, founder di Openinnovation.me; Tommaso Carrieri di Hab Energie di comunità e Martina Schiuma, Head of Sustainability The ID Factory. Ma anche il contributo di Silvia Cantele, professoressa associata dell’Università di Verona, per quanto riguarda l’importanza di collegare formazione e mondo del lavoro per la sostenibilità.

“Il Dipartimento di Economia aziendale ha ospitato una tappa annuale del Salone della Csr e della innovazione sociale fin dal 2017 – commenta Cantele -. La tappa a Vicenza è un’occasione per ribadire la presenza dell’Università di Verona su questa sede, attraverso il Vicenza Univr Hub e le attività di ricerca, didattica e connessione con il territorio. Oltre a ospitare testimonianze aziendali vicentine e veronesi racconteremo anche un progetto in corso con Confindustria Vicenza che unisce terza missione, coinvolgimento degli studenti e ricerca, sul tema della sostenibilità aziendale”.

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