Oltre il 90% nelle sue maggiori fabbriche
Lactalis in Italia, con le sue aziende Galbani, Parmalat, Nuova Castelli, ha scelto di intraprendere un vasto piano di efficientamento energetico per assicurare un percorso di transizione ecologica e garantire il raggiungimento di obiettivi di sostenibilità. Tre esempi fra tutti nel 2021: la fabbrica simbolo di Parmalat a Collecchio (Parma) ha raggiunto un’autosufficienza energetica del 94%, mentre gli impianti Galbani di Corteolona (Pavia) e Casale Cremasco (Cremona) rispettivamente del 90% e del 92%, con conseguenti benefici anche in termini di riduzione di emissioni di CO2.
“Sviluppiamo il nostro modello di business orientandolo a una sempre crescente attenzione all’ambiente, convogliando importanti investimenti verso la transizione ecologica ed energetica, come dimostrano gli ottimi dati sulla nostra capacità di autoprodurre energia - afferma Giovanni Pomella, general manager di Lactalis in Italia - Nonostante questo, la difficile congiuntura legata all’aumento dei costi dei fattori produttivi che stiamo vivendo rischia di limitare le risorse che vogliamo destinare in innovazione e sviluppo per perseguire gli obiettivi di sostenibilità SDGs dell’Agenda 2030. Come leader del settore lattiero-caseario italiano, ci impegniamo per guidare l’evoluzione della filiera del latte anche in termini di sostenibilità, ma il contesto attuale rischia di compromettere i grandi sforzi che stiamo realizzando, mettendo in forte sofferenza l’equilibrio economico della filiera”.
A permettere il miglioramento delle prestazioni sono tecnologie come i cogeneratori e i trigeneratori, che funzionano attraverso turbine e motori alimentati a gas naturale in grado di garantire un elevato livello/percentuale di autoproduzione di energia elettrica e parte del fabbisogno di energia termica.
Analizzando le performance di alcuni stabilimenti di Parmalat: nel 2021 la produzione lorda di energia elettrica da cogenerazione nell’impianto di Collecchio è stata di oltre 44 milioni di kWh, equivalente a quanto possono consumare oltre 34 mila famiglie (da 4 persone per nucleo) in un anno, a cui si aggiungono ulteriori 283 mila kWh tramite fotovoltaico; l’impianto di cogenerazione della fabbrica di Centrale del Latte di Roma ha prodotto 10 milioni di kWh, pari a circa il 67% del fabbisogno energetico dello stabilimento; a Zevio (Verona), infine, la produzione di energia lorda di energia tramite cogeneratore è stata di 13 milioni di kWh, pari a circa l’82% del fabbisogno della fabbrica.
Per quanto riguarda Galbani, invece, l’autoproduzione di tutti gli stabilimenti ammonta in media all’88%, con impianti di cogenerazione a gas naturale e biogas autoprodotto dalla digestione anaerobica delle acque reflue. In particolare, nell’impianto di Corteolona (Pavia), l’autoproduzione di energia elettrica è stata di oltre 54,5 milioni di kWh, mentre in quello di Casale Cremasco (Cremona) l’installazione della terza unità di cogenerazione ha permesso di rendere la fabbrica autosufficiente al 92%.
Accanto a questo, si sono accompagnati negli anni ulteriori interventi strutturali come l’installazione di caldaie ad alta efficienza e la sostituzione delle apparecchiature nei sistemi di refrigerazione presso gli stabilimenti di Corteolona, Certosa e Casale Cremasco, che hanno portato ad un risparmio nel gas naturale con impatti di riduzione delle emissioni ed hanno permesso di ridurre i consumi elettrici del 25%.