Le parole dell'amministratore delegato Acea, a margine della conferenza 'Adattamento a eventi estremi del ciclo idrologico: piene e siccità' presso l'Accademia Nazionale dei Lincei in occasione della Giornata mondiale dell'Acqua
“Il tema del cambiamento climatico sta portando a riflettere profondamente sugli impatti sui sistemi idrici, questo significa che dobbiamo attrezzarci per intercettare, quando piove, tutta l'acqua possibile, stoccarla, depurarla e puntare al riuso di quell'acqua. In questo modo possiamo limitare in parte le alluvioni ma, soprattutto, incamerare quell'acqua per contribuire a ridurre il problema della siccità in altri periodi dell'anno". Così Fabrizio Palermo, amministratore delegato Acea, a margine della conferenza 'Adattamento a eventi estremi del ciclo idrologico: piene e siccità' presso l'Accademia Nazionale dei Lincei in occasione della Giornata mondiale dell'Acqua.
"Per rilanciare la rete idrica servono investimenti, in Italia il deficit è significativo, il governo si sta già muovendo in tal senso. La media degli investimenti a livello nazionale è intorno ai 60 euro/abitante anno contro una media europea che è circa 80. Noi stiamo investendo ma in Italia c'è una disomogeneità importante. Oggi abbiamo un ritardo di circa 50 miliardi su tutta la rete nazionale. Non esiste un'unica soluzione ma una rosa di soluzioni che bisogna affrontare in modo tempestivo per i singoli territori”, ha detto.