Un prelievo del sangue consente di rilevare le mutazioni genetiche del tumore e invidiare anche la terapia farmacologia più adatta per sconfiggere la malattia. E' la biopsia liquida, un esame semplice, molto meno invasivo del tradizionale prelievo del tessuto tumorale. Lo rivela uno studio, uno dei più ampi mai realizzati in questo campo, condotto su oltre 10 mila pazienti affetti da 50 tipi diversi e presentato all’Asco, il più importante congresso a livello mondiale dedicato all’oncologia in corso a Chicago fino al 7 giugno.
Questo test del sangue è in grado di identificare frammenti anomali di Dna, che rivelano la presenza del tumore. Un'alternativa molto meno invasiva rispetto alla biopsia, quella vera, che prevede appunto un prelievo di tessuto tumorale. ''Risultati che suggeriscono come il test sul Dna tumorale nascosto nel sangue possa essere decisivo e rappresentare un'alternativa non invasiva per determinare il genotipo del tumore", ha dichiarato Philip Mack dell'Università della California. "Questo test offre un'opportunità senza precedenti per monitorare i cambiamenti del tumore nel tempo e definire le terapie più mirate per tenere sotto controllo la malattia", conclude. Lo studio è stato condotto su 15.191 pazienti con cancro al polmone avanzato (37%), cancro al seno (14%), cancro al colon-retto (10%) e altre forme di cancro (39%).