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Lorenzin incontra i sindacati medici, giro di vite sugli esami 'inutili'

Il ministro della Salute Beatrice Lorenzin
Il ministro della Salute Beatrice Lorenzin
22 settembre 2015 | 19.25
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Sono oltre 200 le prestazioni a rischio inappropriatezza, comprese nell'elenco che il ministro della Salute Beatrice Lorenzin ha consegnato ai sindacati medici nel corso dell'incontro di questo pomeriggio. Sul tavolo del confronto il decreto contro le prescrizioni inutili a cui sta lavorando il ministero e che preoccupa i camici bianchi, passibili di sanzioni se non giustificano adeguatamente le prescrizioni di queste prestazioni, soprattutto esami.

A quanto si apprende i sindacati hanno 48 ore di tempo per fare le loro osservazioni tecniche, da riconsegnare al ministro. Entro la fine della settimana arriveranno altre piccole osservazioni dal Consiglio superiore di sanità, che ha già espresso parere positivo facendo alcuni rilievi recepiti dai tecnici del dicastero. Lo schema di decreto andrà poi in Conferenza Stato-Regioni.

Il ministro ha annunciato ai sindacati l'intenzione di avviare un tavolo tecnico con le Regioni, a cui spetta l'applicazione del provvedimento e delle eventuali sanzioni, in modo che l'attuazione sia omogenea in tutti il territorio nazionale. La Lorenzin ha ribadito infine che nella Legge di stabilità saranno inserite le nuove norme sulla responsabilità professionale per arginare il fenomeno della medicina difensiva.

Fra le oltre 200 prestazioni di specialistica ambulatoriale oggetto del giro di vite, ce ne sono alcune di estrazione e ricostruzione dei denti, l'applicazione di apparecchi mobili o fissi; esami di radiologia diagnostica come Tac e risonanza magnetica della colonna, degli arti superiori e inferiori, densitometria ossea.

E ancora, dovranno essere prescritti con precisi paletti esami di laboratorio come colesterolo totale e Hdl e Ldl, trigliceridi, solo in persone con più di 40 e con fattori di rischio cardiovascolare o familiarità, da ripetere a distanza di 5 anni; test allergologici; test per valutare la compatibilità in caso di trapianto (tipizzazione genomica); esami di dermatologia allergologica.

L'elenco "si traduce nei fatti in un altro taglio alla sanità", commenta Massimo Cozza, segretario Fp Cgil medici. "Abbiamo espresso la nostra contrarietà - spiega Cozza all'AdnKronos Salute - a questo sistema che prevede che siano i cittadini a pagare quando si ritiene che la prestazione sanitaria non rispetta le indicazioni di appropriatezza e che i medici siano sanzionati se invece la prescrivono e le loro motivazioni non vengono giudicate sufficienti. E' un sistema punitivo sbagliato. E' giusto avere linee guida e criteri contro l'inappropriatezza prescrittiva - prosegue - ma non si può procedere con diktat e 'liste di prescrizione', che rischiano di minare il rapporto di fiducia fra il medico e il cittadino. L'anamnesi è un atto medico complesso che non si può racchiudere in una griglia di criteri".

Per Domenico Iscaro, presidente nazionale dell'Anaao Assomed, "il punto debole del decreto ministeriale della Lorenzin è che mette in moto un meccanismo, quello sanzionatorio rispetto alle prescrizioni cosidette 'inappropriate', che oltre a spaventare il medico e farlo lavorare male, creano un danno al malato che vedendosi negare la Tac o l'esame rinuncerà a curarsi del tutto o andrà nel privato. Così salta il delicato e fondamentale rapporto paziente-medico. Abbiamo fatto presente al ministro che nessun medico si sogna di contestare l'appropriatezza - aggiunge Iscaro all'AdnKronos Salute - ma è il metodo che non accettiamo, ovvero realizzare questo passo con un atto amministrativo". Quindi secondo l'Anaao si "rischia di fare una grande confusione e trasferire sulla spalle dei pazienti più deboli il peso di alcune scelte", conclude.

"Ho la netta sensazione che i medici prescrittori siano lasciati soli, con il rischio di sanzioni e quello di mettere in discussione il rapporto con gli assistiti", dichiara all'AdnKronos Salute Silvestro Scotti, vicesegretario dei medici di famiglia della Fimmg. "Il contenuto del documento - ricorda - è infatti di carattere scientifico, si limita ad indicare le prestazioni inappropriate. Non ci sono passaggi sulla parte organizzativa. In pratica si tratta di un testo non direttamente giudicabile da chi vuole rappresentare la categoria. Non si capisce come potremo noi dare un parere in 24 ore su indicazioni scientifiche di cui si prende tutta la responsabilità il Consiglio superiore di sanità". Ciononostante, "il dubbio che rimane è che il sistema sia votato più al risparmio che alla salute del cittadino".

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