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Italia al gelo, in aumento del 10-15% gli accessi in pronto soccorso a Milano e Roma

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20 gennaio 2016 | 15.28
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Crollano le temperature in Italia e si apre la fase del sovraffollamento dei pronto soccorso. Superlavoro in quelli di Milano e Roma. Dopo la tregua regalata da un clima insolitamente mite, sopra le medie stagionali, l'arrivo del gelo fa sì che le aree di emergenza-urgenza degli ospedali comincino ad entrare - chi più chi meno - in sofferenza. Soprattutto nella grandi città. Fra Roma e Milano l'AdnKronos Salute ha rilevato un aumento degli accessi in pronto soccorso, stimato dai camici bianchi in un +10-15%. Posti letto pieni soprattutto nei grandi ospedali del capoluogo lombardo. E anche nella Capitale si viaggia a ritmi più sostenuti, tipici della stagione invernale.

"In questi giorni siamo già al 10% di accessi in più al pronto soccorso rispetto alla media annuale - calcola Basilio Tiso, direttore medico di presidio del Policlinico di Milano - I numeri sono più o meno in linea con gli inverni precedenti, anche se l'anno scorso abbiamo avuto qualche problema in più, complice il drastico calo delle vaccinazioni. Certo è che ora siamo arrivati alla fase più intensa, come succede sempre in questo periodo. Abbiamo avuto una certa tranquillità finché la temperatura è stata benevola. Con l'incalzare del freddo, invece, ci avviciniamo al clou: l'influenza comincia a circolare con maggiore intensità e si andrà avanti con questi ritmi per un mese circa, con i letti di medicina sempre pieni e il 10-15% di accessi più in pronto soccorso".

Sul fronte posti letto, spiega Tiso, "abbiamo già qualche sofferenza. Se in genere sono quasi sempre pieni, ora sono strapieni nonostante l'aumento della disponibilità. Abbiamo normalmente 200 letti di Medicina e ne abbiamo attivati 15 in più in questa fase, più eventuali sovrannumerari". Presenze abituali nelle aree di emergenza-urgenza in questi giorni sono "in particolare i grandi anziani già affetti da più patologie, alle quali si aggiungono quelle broncopolmonari sia di origine influenzale che parainfluenzale. In questi casi basta poco, un disturbo di tipo respiratorio o una piccola febbre, per squilibrare la loro condizione generale, mettendoli a serio rischio".

Stessa situazione anche all'ospedale Niguarda, altra grande struttura milanese. Qui fin dall'inizio dell'anno si è avuto un incremento degli accessi al pronto soccorso, che "in quest'ultima settimana - spiegano dalla Medicina d'urgenza - è stato particolarmente affollato, con problemi di collocazione dei pazienti nei posti letto". Se di solito la media annua è sui 250-260 accessi giornalieri, ora si viaggia fra 280 e 300, oltre il 15% in più. Come da copione, i più critici sono soprattutto anziani con patologie respiratorie influenzali, che si scompensano a causa di queste problematiche.

"Si spera che da fine mese i ritmi rallentino di nuovo", aggiungono i sanitari, confermando che si è già proceduto all'attivazione di "posti letto sovrannumerari, circa una decina in Area medica". La situazione "non è comunque drammatica come nello stesso periodo del 2015, che è stato 'nero', forse il peggiore su questo fronte".

Il gelo tocca anche il 118, che registra "negli ultimi 2 giorni un modesto aumento di attività, ma una situazione nel complesso tranquilla - riferisce Giovanni Sesana, responsabile a Milano della Sala operativa metropolitana del 118 - Abbiamo chiuso la giornata di ieri con più di 1.100 missioni all'attivo. Nei giorni precedenti eravamo intorno a quota mille: direi che l'aumento è di circa un 5%".

Attività intensa anche a Roma. Al Policlinico Umberto I, la struttura che nella Capitale accoglie più persone bisognose di assistenza sanitaria d'emergenza, "con 200 accessi giornalieri al Dea centrale e 370 in totale con gli altri pronto soccorso periferici, la situazione non è particolarmente peggiorata in questi giorni di gelo", osserva Claudio Modini, direttore del Dipartimento emergenza accettazione (Dea). Alle ore 11 la situazione fotografata dal sistema 'Accessi in tempo reale' della Regione registrava 49 pazienti in attesa di ricovero o di trasferimento.

"Come tutti gli anni - spiega Modini - gennaio è un mese storicamente affollato. Aumentano gli accessi legati alle complicanze dell'influenza stagionale e dei malanni parainfluenzali, così come dei traumi. Ma la situazione non è particolarmente cambiata a causa dell'abbassamento delle temperature": tutto gennaio è da sempre un mese, per così dire 'caldo', proprio a causa del freddo, cioè fra quelli di maggiore afflusso ai pronto soccorso.

All'azienda ospedaliera S.Camillo-Forlanini sono i casi di polmonite, spesso legata al freddo, ad arrivare in pronto soccorso. "C'è stato un lieve aumento in questi giorni di calo delle temperature, circa 5-10% in più - stima Emanuele Guglielminelli, direttore del Pronto soccorso - E' un evento collaterale legato al gelo che, in persone fragili come gli anziani, può colpire con maggiore frequenza in questo periodo".

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