"In Italia si è investito troppo poco in ricerca e sviluppo. La colpa è sicuramente dello Stato, ma anche delle aziende. Siamo molto lontani dalla media europea. Il privato investe lo 0,4% del Pil. Il pubblico non fa molto meglio, investe lo 0,7-0,8%. Siamo molto lontani da picchi di altri Paesi come Corea, Israele, Giappone, dove si arriva al 3 o addirittura al 4% del Pil". A dirlo è Lorenzo Fioramonti, vice ministro dell'Istruzione, Università e Ricerca, intervenuto all'Inventing for Life - Health Summit organizzato a Roma da Msd Italia, che ha riunito clinici, rappresentanti di istituzioni, società scientifiche e associazioni di pazienti per fare il punto sulle grandi priorità della sanità pubblica a livello globale.
"Sappiamo che i Paesi che avranno grande sviluppo in futuro - ha spiegato il vice ministro - sono quelli che investono in capitale umano. L'investimento in ricerca e sviluppo è quello che può produrre un moltiplicatore di oltre 4 punti. Ogni euro investito ha un ritorno potenziale di 4 euro. Ma non è un investimento che si fa dall'oggi al domani, ma il risultato di un impegno continuo che porta frutti importanti nel corso di una generazione. Un Paese che smette di investire, o sottoinveste, rischia non soltanto di non avere occupazione, ma di sabotare a lungo termine un'intera generazione", ha aggiunto sottolineando il suo personale impegno al Miur nel promuovere investimenti sai pubblici che privati.
Fioramonti ha evidenziato che "sarà sempre di più l'impegno nel settore della salute. Il grande investimento futuro sarà sulla qualità della vita delle persone" .