"L'auspicio è che non esplodano altre pandemie, nel caso noi faremo la nostra parte"
"Il Covid ha dimostrato che gli anestesisti sono sul campo, sempre. Durante la pandemia da Sars-CoV2, una parentesi che tendiamo a dimenticare ma è ancora presente in noi, nessun anestesista rianimatore si è risparmiato. Abbiamo aperto nuovi posti letti di Terapia intensiva, abbiamo fatto turni aggiuntivi e vedere colleghi del Pronto soccorso del Policlinico di Bari multati perché 'colpevoli' di aver lavorato troppe ore durante l'emergenza pandemica è a dir poco offensivo. A questo punto noi anestesisti e rianimatori possiamo autodenunciarci tutti, così la nostra sarà una multa collettiva". Lo afferma all'Adnkronos Salute Roberto Balagna, responsabile Area Emergenza della Società italiana anestesia, analgesia, rianimazione e terapia intensiva, in occasione del 77esimo Congresso nazionale Siaarti in corso a Roma presso il Centro Congressi La Nuvola all'Eur.
"Durante la pandemia noi c'eravamo - rimarca Balagna che è anche primario di Anestesia e rianimazione dell'ospedale Molinette di Torino - Di conseguenza, se dovesse esplodere un'altra pandemia, noi ci saremmo di nuovo come board di maxi-emergenza, ma soprattutto con tutta la Siaarti che si occupa a 360 gradi di anestesia, animazione e terapia intensiva e ai suoi esperti di ventilazione che durante questo tipo di pandemia si sono distinti sia per la professionalità individuale sia per la trasmissione delle conoscenze anche a figure non anestesiologiche che hanno contribuito nella gestione dei pazienti critici durante l'emergenza sanitaria. Quindi speriamo che tale evento non accada, ma se dovesse succedere noi ci saremo e saremo sul campo come sempre".
Nella quotidianità, Balagna da tempo insiste sulla necessità della presenza dell'anestesista sui mezzi di soccorso. "Noi ci stiamo confrontando con il futuro, parliamo di ospedali ad alta tecnologia e di interventi molto precisi e puntuali. Per questo motivo - sottolinea l'esperto - è necessario che ciascun paziente abbia un suo percorso diagnostico-terapeutico che parta da una diagnosi clinica corretta sul territorio e un supporto avanzato delle funzioni vitali fino alla presa in carico nell'ospedale giusto, nel tempo giusto, e un percorso intraospedaliero che lo porti ad un trattamento avanzato e ad alta tecnologia. Se manca la figura dell'anestesista rianimatore in grado di coordinare e gestire il soccorso, è facile andare incontro a dei ritardi o alla possibilità di omettere delle manovre di supporto e funzioni vitali avanzate che solo l'anestesista è in grado di fare".