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Rimborsabile in Italia farmaco anti-epatite C che riduce durata trattamento

(Fotolia) - jolopes - Fotolia
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17 luglio 2020 | 13.21
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Rimborsabile in Italia per Maviret (glecaprevir/pibrentasvir) per la riduzione della durata della terapia in pazienti con epatite C cronica anche di genotipo 3, affetti da cirrosi compensata e naïve al trattamento, che prevede una singola somministrazione al giorno, da 12 a 8 settimane. Il farmaco, fa sapere AbbVie in una nota, era già indicato come regime pangenotipico (genotipi 1-6), con una singola somministrazione al giorno, della durata di 8 settimane per pazienti non cirrotici affetti da epatite C, e naïve rispetto al trattamento, e come regime terapeutico, con una singola somministrazione giornaliera, della durata di 8 settimane per pazienti affetti da Hcv di genotipo 1, 2, 4, 5 e 6, con cirrosi compensata e non precedentemente trattati.

"Una più breve durata della terapia significa che un maggior numero di pazienti con Hcv può ricevere il trattamento per 8 settimane sulla base di una ottimizzazione della gestione del paziente", ha spiegato Annalisa Iezzi, direttore medico di AbbVie Italia. "La possibilità di semplificare la gestione clinica delle persone affette da Hcv rappresenta un cambiamento di paradigma nel modo in cui la malattia viene trattata, potenzialmente accelerando l’iter assistenziale e permettendoci di fare maggiori progressi verso la realizzazione dell’obiettivo della Organizzazione mondiale della sanità di eliminare l’Hcv entro il 2030".

L’ottenimento della rimborsabilità da parte di Aifa segue l’autorizzazione della Commissione europea di una variazione all’autorizzazione all’immissione in commercio supportata dai dati generati dallo studio di Fase 3b Expedition-8. Lo studio ha valutato la sicurezza e l’efficacia del trattamento in pazienti affetti da infezione cronica da Hcv di tutti i principali genotipi (genotipi 1-6), con cirrosi compensata e naïve alla terapia.

"Sebbene l’epatite C sia ora curabile, in Italia si stima siano oltre 300mila le persone che hanno un’infezione cronica causata da questo virus. Molti di questi pazienti non hanno mai ricevuto alcun trattamento, spesso perché non è loro possibile gestire le complessità di natura pratica e clinica che si associano al percorso terapeutico," ha affermato Massimo Andreoni, direttore della Uoc Malattie infettive del Policlinico Tor Vergata di Roma. "Una opzione terapeutica di minore durata e un approccio semplificato prima della terapia possono eliminare la necessità di visite aggiuntive e aiutare un numero significativamente maggiore di persone a superare gli ostacoli al trattamento che sono reali e concreti".

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