Infusioni di cellule staminali per rigenerare il fegato di pazienti con malattia avanzata. E' il cuore di un trial al via nei prossimi mesi all'Università Sapienza di Roma, il cui scopo è "rigenerare l'organo nei pazienti con cirrosi, per evitare che siano costretti al trapianto", spiega dall'International Liver Congress in corso a Vienna Domenico Alvaro, direttore del Dipartimento di Medicina traslazionale e di precisione della Sapienza. "Nei prossimi mesi inizieremo il trattamento di 20 pazienti", aggiunge.
"Il nostro approccio - racconta l'esperto, presidente della Società italiana di gastroenterologia ed endoscopia digestiva (Sige) - impiega cellule staminali residenti nel fegato. Abbiamo già trattato in una prima fase 3 soggetti cirrotici in stadio avanzato", dimostrando la sicurezza di questo approccio. "Mentre qui a Vienna presentiamo dati sperimentali che mostrano come queste cellule, in vitro, abbiano capacità riparatrici". Ma da dove provengono le cellule? "Non potendo utilizzare staminali embrionali per motivi etici, abbiamo deciso di impiegare quelle di feti abortiti in seguito ad aborto terapeutico. L'autorizzazione - precisa il medico - viene chiesta alle donne a procedura già iniziata".
Cellule con capacità staminali sono presenti anche nel tessuto dell'albero biliare di pazienti adulti, usualmente scartato nei trapianti di fegato, aggiunge Alvaro. "Fra un paio di mesi ripartiremo con la sperimentazione utilizzando cellule staminali biliari fetali. Si tratterà, in pratica, di un trapianto eterologo di cellule". L'obiettivo è quello di intervenire e innescare un processo rigenerativo nel fegato dei pazienti, prima di arrivare alla necessità di un trapianto.
Una strada parallela è quella che sta percorrendo il team di Stuart Forbes del MRC Centre for Regenerative Medicine dell'University of Edinburgh. La sua équipe sta studiando l'effetto di infusioni nel fegato di macrofagi dal sangue dello stesso paziente da trattare. "Il gruppo presenta a Vienna il disegno di uno studio basato su dati sperimentali, che mostrano come queste cellule siano in grado di ridurre le 'cicatrici' del fegato" malato, riferisce Alvaro.
"E' la vera medicina rigenerativa - precisa - Che, tra l'altro, cerca di superare il problema della disponibilità di organi da trapiantare. In Italia - evidenzia l'esperto - si stimano 300-400 mila cirrotici, ma il sommerso è sconosciuto. E collegato a patologie come diabete, obesità e sindrome metabolica. Basti pensare che ancora oggi nel nostro Paese 20-30.000 persone muoiono ogni anno per cirrosi". Dalla medicina rigenerativa potrebbe arrivare dunque una soluzione in grado di 'riparare' questi organi e salvare vite umane.