Roma, 19 mag. (Adnkronos Salute) - (Embargo ore 23.00) Dispositivi medici più piccoli di un chicco di riso impiantati nel corpo umano e in grado di aprire una nuova strada nella cura delle patologie attraverso una generazione di elettrostimolatori 'hi tech' capaci di cambiare i segnali neurali nel cervello o di guidare i farmaci direttamente nelle zone colpite dalla malattia. A metterli a punto è una ricerca della Stanford Neurosciences Institute (Usa) pubblicata su 'Pnas'. Questi piccolissimi strumenti funzionano con un sistema simile a quello dei cellulari: comunicano con l'esterno grazie alla rete 'wireless'. Propria quest'ultima, secondo lo studio, può essere usata per dare anche l'energia necessaria per il funzionamento del dispositivo evitando quindi la presenza, ingombrante, della batteria.
Il team guidato da Ada Poon, una docente di ingegneria elettrica dell'ateneo di Stanford, ha costruito il dispositivo elettronico più piccolo di un chicco di riso che agisce come un pacemaker. Può essere alimentato o ricaricato in modalità 'wireless' (wi-fi), tenendo una fonte di alimentazione delle dimensioni di una carta di credito sopra il dispositivo, quindi fuori dal corpo del paziente. Le scoperte alla base dei nuovi dispositivi sono il punto di arrivo del lavoro di anni di Poon, le sue ricerche sono indirizzate infatti ad eliminare le ingombranti batterie dai dispositivi medici. (segue)