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Fecondazione: scienziata, 'Juno' apre a Pma mirata e pillola molecolare

16 aprile 2014 | 19.04
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Milano, 16 apr. (Adnkronos Salute) - Tecniche di fecondazione assistita personalizzate e meno stressanti per la donna. E "una svolta" nel campo della contraccezione, con la messa a punto di nuove pillole non ormonali, bensì "molecolari". Enrica Bianchi, scienziata italiana emigrata 3 anni fa in Gb al Wellcome Trust Sanger Institute, racconta all'Adnkronos Salute le prospettive che si aprono dopo la scoperta della proteina della vita 'Juno' (Giunone, in onore della dea romana della fertilità): un recettore presente sulla superficie della cellula uovo, al quale corrisponde sullo spermatozoo una 'chiave' perfetta individuata 9 anni fa in Giappone e battezzata Izumo, come il santuario dedicato alla divinità nipponica dei matrimoni.

"Quello della fecondazione è un campo studiato da molti anni, di cui tuttavia sappiamo molto poco soprattutto a livello molecolare", spiega Bianchi, 39 anni, riminese d'origine, studi all'università di Bologna, dottorato e post-dottorato a Roma Tor Vergata. "Dopo la scoperta di Izumo, nel 2005 - continua la ricercatrice, primo autore dello studio pubblicato su Nature - eravamo interessati a capire se a questa proteina corrispondesse un recettore. Per quasi 10 anni Izumo è rimasta l'unica proteina nota essenziale per l'interazione spermatozoo-ovulo. La domanda che ci siamo posti è stata: Izumo è sufficiente di per sé ad avviare il processo di fecondazione, o serve una controparte sull'ovocita?". (segue)

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