Esci dal cinema (o scendi dal divano) in uno stato di grazia. Ci sono scene di film che fanno sentire felici, in pace con noi stessi: che fanno bene al nostro cuore, secondo uno studio condotto dall'autore e ricercatore Virginio De Maio, che ha analizzato per la prima volta le correlazioni tra film e variabilità cardiaca. I risultati sono pubblicati nel libro 'Filmatrix Discovery. Una nuova scoperta per risvegliare la forza del cuore grazie ai film', edito da Uno Editori e in arrivo in libreria.
Descrivibile come l'atteggiamento del cuore davanti alle sfide della vita, la variabilità cardiaca è facilmente misurabile attraverso strumenti di biofeedback, tra cui quello dell'HeartMath Institute della California, utilizzato per i rilievi condotti da De Maio e dal suo staff su oltre 110 film. Partendo dal presupposto che nel nostro cuore esiste un 'piccolo cervello' e che questo si attiva in condizioni di emotive particolari, come lo stress, la collera o la rabbia, modificando e alterando il battito cardiaco, l'HearthMath Institute studia e sviluppa strumenti e tecnologie scientifiche in grado di monitorare la variabilità cardiaca. A partire da questi studi, il libro di De Maio propone un viaggio attraverso le scene di oltre 30 film che, in qualche modo, stimolano il raggiungimento di un equilibrio psicofisico, favorendo - secondo l'autore - la ripresa dai traumi e dalla sofferenza, e influenzano positivamente la vita dello spettatore.
L'idea di monitorare la variabilità cardiaca nasce durante la visione di un film. "Una sera, di ritorno da un viaggio - racconta De Maio - stavo iniziando degli esercizi di meditazione trascendentale, come faccio ogni sera. Preparai uno degli strumenti per la misurazione della coerenza cardiaca con l'intenzione di monitorare cosa sarebbe accaduto durante la meditazione. Il software mostra l'andamento dell'intervallo tra un battito e l'altro segnalando lo stato di coerenza (heart rate variability, ovvero variabilità della frequenza cardiaca). Alla fine della meditazione il software segnalava che ero stato in coerenza per circa il 40% del tempo, il che non era una gran cosa. Quasi per gioco decisi di lasciare andare i rilievi mentre guardavo un film. Mi accorsi che durante alcune scene il mio cuore mostrava una variabilità perfetta per diverso tempo, fino a scoprire che, ai fini della coerenza, guardare un film funzionava più della meditazione".
Ma quali sono le scene che fanno bene al cuore? "Tutti noi, forse, ricordiamo la scena finale del film di Gabriele Muccino 'La Ricerca della Felicità', quando Chris Gardner, il personaggio interpretato da Will Smith, riesce a superare il periodo di prova e ottiene finalmente il lavoro dei suoi sogni. Ecco, in quel momento - dice il ricercatore - il nostro cuore raggiunge la coerenza cardiaca e il nostro organismo inizia a secernere endorfine e che ci portano a provare sentimenti positivi, così come un senso generale di benessere. Accanto a 'La Ricerca della Felicità', che è sicuramente tra i film più conosciuti, suggerisco anche di guardare questi quattro film per provare sulla propria pelle quello stato di benessere dato dalla coerenza cardiaca: 'Prima di domani' (Before I Fall), film statunitense del 2017 diretto da Ry Russo-Young; 'Jungle', un film del 2017 diretto da Greg McLean, basato sulle memorie di Yossi Ghinsberg raccolte nel libro Lost in the Jungle; 'Miracoli dal cielo' (Miracles from Heaven), film drammatico del 2016 diretto da Patricia Riggen; 'Soul Surfer', film drammatico del 2011 di Sean McNamara".
"Dall'altra parte, invece, ci sono scene di film che influenzano negativamente la coerenza cardiaca - aggiunge De Maio - Il nostro sistema nervoso inizia a produrre cortisolo, l'ormone dello stress e della paura e il nostro organismo reagisce in modo negativo, inducendoci anche a compiere scelte sbagliate o fare errori. Mi riferisco, ad esempio, a tutte quelle scene di film in cui la violenza è fine a se stessa". Il senso di benessere che proviamo di fronte a un film è influenzato principalmente da due fattori, che sono gli stessi che determinano la coerenza cardiaca: il meccanismo che ci fa immedesimare nel protagonista del film, che ci fa provare le sue emozioni e l'intenzione altruistica, che si attiva nel momento in cui vorremmo in tutti i modi poter aiutare il protagonista, intervenire in suo soccorso o sperare che qualcuno lo faccia al più presto.
"Quando si manifestano questi due fattori - afferma l'autore - il nostro corpo inizia a secernere endorfine e iniziamo a sentirci bene. Fino a oggi gli studi non si sono spinti oltre e non avevano mai tenuto in considerazione la variabilità cardiaca, che invece, rappresenta un indicatore biologico importante per documentare scientificamente la reazione delle persone di fronte ad un film".