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Favo, così lo sport sostiene la qualità della vita dei malati oncologici

Favo, così lo sport sostiene la qualità della vita dei malati oncologici
15 maggio 2022 | 14.19
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La condizione assistenziale delle persone affette da patologie tumorali, il rapporto tra sport e cancro e la capacità di usare al meglio i mass media per fare una corretta ed efficace informazione sanitaria: sono diverse le tematiche che Favo, Federazione Italiana delle Associazioni di Volontariato in Oncologia, ha affrontato, per la XVII Giornata Nazionale del Malato Oncologico, nell’evento di oggi, sabato 14 maggio, al centro congressi Roma Eventi Piazza di Spagna.

Nel commentare i vari capitoli del quattordicesimo Rapporto sulla condizione assistenziale del malato oncologico Paola Varese, direttore scientifico Favo, ha affermato: Proporrei di “adottare” un operatore sanitario, perché in questo momento in Italia mancano tantissimi medici e infermieri. Ci troviamo con una sanità ormai svuotata. Il Covid ha provocato un blocco delle prestazioni, dato che per due anni pareva esistere solo questa emergenza. Gli effetti della pandemia si continueranno a vedere nei prossimi dieci anni, basti solo pensare ai danni ingenerati dalla brusca interruzione di screening e controlli sanitari dell’ultimo periodo. Dunque, lo screening è uno strumento che va difeso con le unghie e con i denti e se vogliamo investire sul nostro futuro dobbiamo cercare di ottimizzare l’accesso alle strutture e ai controlli, perché ogni volta che rinunciamo a uno screening buttiamo via anche il servizio di un operatore».

Francesca Traclò, membro del direttivo Aimac, ha evidenziato l’importanza dello sport nella cura del cancro: «Aimac insieme a ROSAREMO promuove un progetto che integra lo sport all’interno del patient journey. Obiettivo del progetto è individuare in che modo è possibile attivare una collaborazione fra personale sanitario, associazioni di volontariato e società sportive, per offrire ai malati la possibilità di fare sport in maniera integrata nel percorso terapeutico. L’integrazione fra oncologia, nutrizione, psicologia e sport è la strada prioritaria per migliorare la qualità della vita dei pazienti, accrescere l’aderenza terapeutica in trattamento attivo, migliorare la resilienza e quindi la capacità di affrontare le cure, ridurre il rischio di recidiva per i malati in follow up e ridurre la spesa sanitaria. Si tratta di sperimentare in che modo facilitare la collaborazione fra i diversi soggetti coinvolti per garantire a coloro che sono affetti da patologie tumorali un percorso di cura sostenibile ed efficace. Le associazioni di volontariato dei malati promuovono un approccio innovativo, in una logica di sussidiarietà orizzontale, e offrono per prime il loro supporto perché effettivamente si possa garantire ai pazienti la migliora esperienza di cura».

Vera Martinelli, giornalista di Sportello Cancro del Corriere.it, intervistata da Elisabetta Iannelli, segretario generale Favo, e da alcuni volontari, ha spiegato: «Noi tutti desideriamo comunicare e vogliamo che le notizie a noi più care possano giungere un po’ ovunque, ma non sempre sappiamo come farlo. Per prima cosa è necessario riflettere su cosa sia effettivamente una notizia, sul perché intendiamo comunicarla e sui destinatari che dovranno riceverla. Una domanda importante da porsi è anche se ciò che abbiamo pensato di far conoscere si può considerare notiziabile, nel senso che i messaggi da veicolare non possono essere concetti scontati o banali. L’ufficio stampa è la struttura deputata a parlare con i giornalisti, che sa come proporre le notizie alle varie testate giornalistiche e ai diversi enti di comunicazione. Quando si vuole organizzare un evento e pubblicizzarlo in modo adeguato bisogna, dunque, scegliere uffici stampa che trattino già temi affini a quelli proposti dalla propria azienda o associazione. Non sempre, però, tutto ciò si può mettere in pratica: è brutto a dirsi, ma le redazioni hanno sempre meno gente, a causa della crisi dei giornali, e spesso il loro lavoro si riduce a un copia e incolla. Per questo motivo un’associazione, senza ufficio stampa, per poter rendere note determinate informazioni, dovrebbe riuscire a inviare ai mass media dei comunicati stampa o degli articoli ben curati, che possano essere pronti per la divulgazione».

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