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Cresce la spesa per i farmaci, 500 euro a cittadino nel 2015

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21 giugno 2016 | 13.13
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Cresce nel 2015 la spesa farmaceutica, pari all'1,9% del Pil. E sale anche quella a carico dei cittadini italiani. Secondo il rapporto Osmed presentato oggi dall'Aifa (Agenzia italiana del farmaco) la spesa totale, pubblica e privata, è stata pari a 28,9 miliardi di euro, di cui il 76,3% rimborsato dal Ssn, ed è aumentata rispetto all'anno precedente del +8,6%. In media, per ogni cittadino italiano, la spesa per farmaci è stata di circa 476 euro. Più in dettaglio, rivela l'Aifa, la spesa farmaceutica territoriale complessiva è stata pari a 21 miliardi e 778 milioni di euro (13.398 milioni di spesa pubblica territoriale + 8.380 milioni di spesa privata territoriale), in aumento rispetto all'anno precedente del +8,9%.

"Sensibile aumento" per la spesa pubblica territoriale - comprensiva della spesa netta dei farmaci erogati in regime di assistenza convenzionata e in distribuzione diretta e per conto di classe A - che è stata di 13 miliardi e 398 milioni di euro (circa 220 euro pro capite): +13,1%. Un balzo in avanti dovuto principalmente all'aumento della spesa per medicinali di classe A erogati in distribuzione diretta e per conto (+51,4%); si registra, invece, rispetto allo scorso anno un contenuto decremento della spesa farmaceutica convenzionata netta (-1,4%).

Altro capitolo, quello della spesa a carico dei cittadini (comprendente la spesa per compartecipazione, per i medicinali di classe A acquistati privatamente e quella per i farmaci di classe C): è stata di 8 miliardi e 380 milioni di euro, in aumento del +2,9% rispetto al 2014. A influire sulla variazione è stato l’aumento della spesa per l’acquisto privato di medicinali di fascia A (+3,1%), della spesa per i medicinali di classe C con ricetta (+2,1%) e il consistente aumento della spesa per i medicinali di automedicazione (+4,7%), a cui si aggiunge un lieve aumento della compartecipazione del cittadino (+1,4%).

Per la compartecipazione a carico del cittadino, la spesa è risultata pari a 1 miliardo e 521 milioni di euro - circa 25 euro pro capite - raggiungendo un’incidenza sulla spesa farmaceutica convenzionata lorda del 14,0%. Una bella impennata. Ebbene, spiega l'Aifa, "rispetto al 2014, l’incremento della compartecipazione del cittadino è stato essenzialmente determinato dalla crescita della quota eccedente il prezzo di riferimento dei medicinali a brevetto scaduto (+5,4%), mentre risulta in riduzione la spesa relativa al ticket per ricetta/confezione (-5,5%).

Quanto alla classifica dei farmaci di classe C con ricetta, nel 2015 registrano la maggior spesa i derivati benzodiazepinici, in particolare gli ansiolitici (381,6 milioni di euro), seguiti dai farmaci usati per la disfunzione erettile (263,9 milioni di euro) e dalle associazioni fisse estro-progestiniche (208,5 milioni di euro), in ordine immutato rispetto allo scorso anno; tadalafil (126,7 milioni di euro), paracetamolo (124,5 milioni di euro) e lorazepam (124,4 milioni di euro) sono i tre principi attivi a maggior spesa nel 2015. Tra i farmaci di automedicazione diclofenac (149,5 milioni di euro), ibuprofene (128,4 milioni di euro) e paracetamolo (116,8 milioni di euro) sono i principi attivi che hanno registrato la più alta spesa.

Si è impennata la spesa per l’acquisto di medicinali da parte delle strutture sanitarie pubbliche (pari al 38,7% della spesa farmaceutica totale), che è stata di circa 11,2 miliardi di euro (184,3 euro pro capite) e ha fatto registrare nel corso dell’anno un incremento del +24,5% rispetto al 2014. Nel 2015 tutte le Regioni hanno adottato la distribuzione diretta, mentre l'Abruzzo - rileva il Rapporto - è l’unica a non utilizzare la distribuzione in nome e per conto. La spesa per la distribuzione diretta e per conto, pari nel 2015 a 7,8 miliardi, è rappresentata soprattutto dai farmaci in classe A (63,20%) e di classe H (35,92%), mentre costituiscono una quota residuale i farmaci di classe C (0,88%).

L'anti-epatite sofosbuvir (1.184,1 milioni di euro) è nettamente il primo principio attivo a maggior spesa regionale per i farmaci erogati in distribuzione diretta e per conto (incidenza del 15,2% sul totale), seguito dal Fattore VIII di coagulazione del sangue umano da ingegneria genetica (circa 258,9 milioni, incidenza del 3,3%), da Adalimumab, Etanercept e imatinib mesilato con, rispettivamente, 258,4, 213,2 e 165,9 milioni di euro.

Per quanto riguarda l’assistenza farmaceutica ospedaliera e ambulatoriale (che ammonta a circa 3 miliardi nel 2014) ben 15 principi attivi appartenenti alla categoria degli antineoplastici e immunomodulatori compaiono nella lista dei primi 30 principi attivi a maggior spesa, con trastuzumab, bevacizumab, rituximab ai primi tre posti. Dall’analisi della variabilità regionale, si osserva che i livelli più bassi di spesa territoriale, comprensiva della spesa dei farmaci erogati in regime di assistenza convenzionata e in distribuzione diretta e per conto di classe A, sono stati registrati nella Provincia Autonoma di Bolzano (195,7 euro pro capite), mentre i valori più elevati sono quelli della Regione Campania (332,3 euro pro capite), rispetto ad una media nazionale di 262,8 euro pro capite. Liguria (134,0 euro pro capite) e Molise (83,8 euro pro capite) rappresentano, rispettivamente, le Regioni con la più alta e più bassa spesa privata di farmaci (A, C, Sop e Otc).

Per quanto concerne i farmaci acquistati dalle strutture sanitarie pubbliche, a fronte di una media nazionale di 184,3 euro pro capite, il range regionale oscilla tra il valore più basso di spesa della Valle d’Aosta di 143,6 euro e quello più alto delle Regioni Puglia e Sardegna di 224,4 euro pro capite.

FARMACI PER IL CUORE PRIMI PER CONSUMI NEL 2015

E' il cuore degli italiani che traina i consumi di farmaci nel Belpaese. Secondo il rapporto Osmed, i medicinali per il sistema cardiovascolare si confermano nel 2015 la categoria più consumata dalla popolazione con 534,3 dosi giornaliere (DDD) ogni 1.000 abitanti, come emerge dai dati relativi ai farmaci erogati a carico del Ssn attraverso le farmacie pubbliche e private, le strutture pubbliche e a carico del cittadino. Mentre 'scivolano' al terzo posto in termini di spesa, che è pari a oltre 4 miliardi di euro, con un dato pro capite di 67,1 euro.

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