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Covid, ultracentenari "atleti della longevità"

Il geriatra Bernabei: "Il dato Istat secondo cui gli over 105 hanno avuto un impatto minore dalla pandemia ci dice che dal punto di vista immunitario sono 'belve'". E sull'aumento dei supernonni: "La macchina uomo è costruita per arrivare a 100 anni, poi dipende dalla fortuna. Ma superarli è un privilegio solo se si è in salute"

(Fotogramma)
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23 giugno 2022 | 18.21
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"La pandemia ha fatto una strage di anziani, l'età media dei decessi è stata di 81 anni. Una cosa simile era accaduta con l'ondata di calore nel 2003. Sono eventi che danno una 'rasoiata' ai fragili. Il dato che ci consegna l'Ista", ossia "l'impatto minore della pandemia su chi ha 105 anni e più, mi fa pensare che c'è una selezione incredibile e che questi super anziani sono, immunitariamente, delle 'belve'. Essere arrivati a 105 anni e aver superato una pandemia vuol dire essere degli atleti della longevità. Guardano il Covid e gli dicono 'fatti da parte'". Così all'Adnkronos Salute Roberto Bernabei, primario di Geriatria della Fondazione Policlinico Gemelli Irccs di Roma ed ex componente del Comitato tecnico scientifico (Cts) al ministero della Salute.

"Gli italiani centenari ci sono sempre stati - osserva l'esperto - solo che all'inizio del secolo erano 46 e ora sono 17mila. L'aumento dei 105enni evidenziato dal rapporto Istat", che ne conta più di mille, "è interessante. La macchina uomo è 'costruita' per arrivare a 100 anni, poi dipende anche dalla fortuna, chiamiamola così, e si può arrivare a 105, pochissimi raggiungono i 110 anni. C'è quindi una tensione nel giungere al secolo di vita, ma è evidente che ci devi arrivare in salute - precisa Bernabei - altrimenti è una condanna e non un privilegio".

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