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Covid, anestesisti: "Via mascherine all'aperto? Aspettiamo 15 luglio"

Gli anestesisti: "Più che prolungare lo stato di emergenza, mantenere la prudenza"

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17 giugno 2021 | 14.14
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"La nostra conoscenza del coronavirus e della malattia è sicuramente migliorata rispetto allo scorso anno. Sappiamo che nei mesi estivi la situazione epidemiologica tende a migliorare notevolmente e c'è una minore circolazione del virus. Però non vedo tutta questa fretta nel togliere l'obbligo di mascherine all'aperto, penso a quello che potrebbe accadere con la riapertura delle discoteche. Direi che possiamo aspettare anche il 15 luglio per toglierle, ma solo all'aperto". Lo sottolinea all'Adnkronos Salute Alessandro Vergallo, presidente nazionale dell'Associazione anestesisti rianimatori ospedalieri italiani Aaroi-Emac, commentando lo stop alle mascherine all'aperto che inizia da oggi in Francia e che invece sta dividendo la politica in Italia.

"Più che prolungare lo stato di emergenza direi di mantenere la prudenza e la vigilanza", continua Vergallo commentando poi le polemiche sulla possibile proroga di altri 6 mesi per lo stato di emergenza, che scade a fine luglio. "Abbiamo bisogno - aggiunge - di mantenere le strutture che abbiamo messo in piedi in questi mesi per essere pronti in autunno ad un'eventuale recrudescenza. Magari si può pensare a uno stato di allerta potenziale".

Per quanto riguarda le terapie intensive Covid "si stanno pian piano svuotando" ma "assistiamo anche ad una maggior frequenza di ricoveri, più gravi, di persone non vaccinate", sottolinea ancora Vergallo. Gli ultimi dati registrati dal monitoraggio vedono le terapie intensive sono la soglia del 5% con circa 500 malati gravi. "Siamo più o meno nella stessa situazione di giugno 2020", osserva.

"C'è quindi un alleggerimento del carico per le rianimazioni - prosegue il presidente dell'Aaroi - Si stanno anche riducendo i numeri di posti di terapia intensiva dove erano stati implementati, alcuni ospedali Covid creati nelle fiere vanno verso la chiusura. Spero però non si arrivi alla dismissione perché dobbiamo essere sempre pronti per ogni tipo di recrudescenza".

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