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Come difendersi dalle 5 malattie più diffuse in estate

CALDO, GENTE PRENDE IL SOLE  - FOTOGRAMMA
CALDO, GENTE PRENDE IL SOLE - FOTOGRAMMA
14 luglio 2016 | 16.59
LETTURA: 6 minuti

Virus e batteri non vanno in vacanza. E durante l'estate, complici il caldo, il mare o piscine e la vita all’aperto il rischio di infezioni e malattie aumenta. Tra le più diffuse: infezioni cutanee, gastroenteriti e intossicazioni alimentari, allergie da punture d’insetto, reazioni da contatto causate da meduse e tracine, colpi di sole e di calore. "Purtroppo una stagione completamente esente da patologie non esiste", sottolinea Susanna Esposito, direttore dell’Unità di pediatria ad alta intensità di cura dell'ospedale Maggiore Policlinico di Milano e presidente Waidid (Associazione mondiale per le malattie infettive e i disordini immunologici).

"Anche in estate, infatti - ricorda l'esperta - sebbene alcuni agenti eziologici, come l'influenza, il virus respiratorio sinciziale e il Rhinovirus, scompaiano quasi del tutto, altri agenti patogeni prendono il sopravvento, come batteri, miceti e parassiti che sono tra i maggiori responsabili delle infezioni che colpiscono grandi e piccini nel periodo estivo. Uno stile di vita sensato e l’ascolto dei consigli degli esperti è utile per prevenire la maggior parte delle situazioni a rischio. Laddove la prevenzione fallisse, l’adesione alle indicazioni e alla terapia prescritta dagli specialisti permette una gestione ottimale di ogni caso".

Ecco i consigli e le raccomandazioni di WAidid per affrontare le 5 malattie estive più comuni.

1) Infezioni cutanee e micosi. L'impetigine è un’infezione batterica molto contagiosa che più comunemente colpisce i bambini e causa vescicole-bolle che si risolvono nel giro di 4-8 giorni. Nelle forme più lievi e superficiali è sufficiente un trattamento locale con antisettici per ammorbidire e rimuovere le squame crostose e l'uso di antibiotici topici da applicare 2-3 volte al giorno per almeno una settimana dopo la scomparsa delle lesioni. Il trattamento antibiotico per via orale è necessario, invece, quando le lesioni sono più estese o profonde (piodermite diffusa) o se il bambino è immunodepresso: in questi casi il farmaco più indicato è l’amoxicillina + acido clavulanico che deve essere sempre prescritto dal pediatra.

Le micosi da piscina. Le micosi sono caratterizzate da chiazze eritemato-squamose localizzate soprattutto sotto la pianta dei piedi o palmo delle mani e a livello interdigitale, sono spesso pruriginose e molto fastidiose. Il trattamento è locale con l'utilizzo di creme a base di sostanze anti-micotiche da applicare 2 volte al giorno per almeno 14 giorni. La terapia per via sistemica va riservata a quei casi in cui c'è resistenza alla terapia locale, in cui le lesioni sono più estese o plurifocali o in caso di interessamento dei peli (perchè il follicolo pilifero non è raggiungibile dai farmaci topici). E' fondamentale prevenire tali infezioni utilizzando ciabattine in gomma da indossare sempre a bordo piscina, nella doccia e nello spogliatoio e teli, asciugamani e spazzole rigorosamente personali.

2) Gastroenteriti, diarrea del viaggiatore e intossicazioni alimentari. Per compensare un’eventuale perdita di liquidi è importante la reidratazione per via orale. Vanno, però, evitate le bibite ad alto contenuto di zucchero come i succhi di frutta confezionati che potrebbero aggravare la diarrea. E' raccomandabile poi non smettere di mangiare, meglio se in modo leggero, in pasti piccoli e frazionati. Quando si viaggia in zone con scarse condizioni igieniche, è importante bere solo acqua in bottiglia, non consumare verdure crude e frutta sbucciata, evitare sempre il ghiaccio. Se non si è certi della provenienza consumare carne ben cotta; evitare cibi contaminati potenzialmente a rischio come molluschi e mitili crudi; non condividere tovaglioli, bicchieri, posate e stoviglie; lavare sempre bene le mani con acqua e sapone o un disinfettante a base di clorexidina dopo essere stati alla toilette e prima di mangiare o manipolare del cibo.

3) Allergie da punture di insetto. Le punture di api e vespidi causano reazioni che variano da una semplice eruzione pomfoide ad un quadro di shock anafilattico che, sebbene raro, può mettere il soggetto in serio pericolo di vita. Altre punture di insetto, ad esempio quelle delle zanzare, devono comunque essere tenute in seria considerazione e prevenute attraverso norme igienico-comportamentali: evitare l’uscita nelle ore del tramonto, utilizzare indumenti che coprano braccia e gambe, proteggersi con zanzariere ed eventuali repellenti da azionare negli ambienti o da applicare sulla pelle. Nella maggior parte dei casi le reazioni dopo una puntura di insetto sono: arrossamento, gonfiore nella zona della puntura, fastidio o dolore che si risolvono completamente in 5-10 giorni; febbre e sensazione di malessere, ma destinati a scomparire abbastanza rapidamente. In tutti questi casi è sufficiente una pomata a base di anti-istaminici e se c’è febbre e molto dolore un banale antifebbrile come paracetamolo o ibuprofene. Nei casi di anafilassi è fondamentale un intervento terapeutico tempestivo: la somministrazione di adrenalina, così come quella di ossigeno e di fluidi per via endovenosa e l’esecuzione di accurati esami di laboratorio volti a confermare la sensibilizzazione al veleno di un determinato insetto.

4) Reazioni da contatto causate dalle punture di meduse e tracine. Dopo una puntura di medusa, è necessario disinfettare con acqua di mare e poi con bicarbonato, medicando, poi la parte con un gel a base di cloruro d’alluminio; nel caso di puntura da tracina, mettere subito il piede sotto la sabbia calda o tamponare con acqua bollente, perché il calore lenisce il dolore provocato dalle tossine velenose. Cosa non fare: sul sito di puntura non usare ammoniaca, limone, aceto, o alcol; non strofinare o grattare perché si corre il rischio di mandare in circolo le tossine rilasciate; non utilizzare pinzette per rimuovere eventuali frammenti di tentacoli perché la lacerazione di tessuti provocherebbe la fuoriuscita di tossine; non disinfettare con acqua dolce, troppo fredda o ghiaccio.

5) Colpi di sole e colpi di calore. Il colpo di sole è legato all'esposizione diretta ai raggi solari. Comporta un aumento della temperatura corporea oltre i 38 gradi e può associarsi a scottature. Il colpo di calore, invece, si manifesta quando la temperatura esterna è molto alta e una persona non riesce efficacemente a disperdere calore. A volte il colpo di calore si sovrappone a quello di sole. I più a rischio sono i bambini, tanto più quanto più sono piccoli. Per evitare i colpi di sole e di calore è importante evitare l’esposizione prolungata al sole, soprattutto nelle ore più calde e in assenza di un’adeguata protezione a livello del capo. Tra i sintomi: febbre, cefalea, nausea, irritabilità, confusione mentale, e, nei casi più gravi, perdita di coscienza e collasso cardio-circolatorio.

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