Diagnosticare precocemente il cancro in soli 10 minuti, in modo indolore e senza bisturi. Si prospetta un addio alle biopsie evitabili, per individuare un tumore della pelle ma forse in futuro anche altre neoplasie, grazie a uno studio internazionale sulla microscopia confocale al quale hanno partecipato gli esperti della Sidemast (Società italiana di dermatologia medica, chirurgica, estetica e delle malattie sessualmente trasmesse). Il lavoro sarà presentato a Milano durante il 24° Congresso mondiale di dermatologia-Wcd2019 (MiCo, 10-15 giugno), e ha come primo autore Giovanni Pellacani, presidente del summit.
La ricerca - hanno anticipato oggi nel capoluogo lombardo gli specialisti Sidemast - si è posta l'obiettivo di approfondire i principali criteri di cui il dermatologo, 'regista' della microscopia confocale, deve tener conto per individuare attraverso questa tecnica le lesioni sospette. Dai risultati è emerso che "sono 18 le caratteristiche di microscopia confocale importanti per la diagnosi di tumore della pelle, tra le 56 riportate in letteratura. Due caratteristiche, cellule atipiche e 'disorganizzazione' della giunzione derma-epidermide, sono specifiche per il melanoma; una (corde/isole basaloidi) per il carcinoma a cellule basali, e un'altra (disorganizzazione del cheratinocita) per il carcinoma a cellule squamose", riferiscono gli esperti.
"Lo strumento viene agganciato alla pelle tramite un vetrino adesivo - spiega Caterina Longo, coordinatrice dello studio e professore associato in Dermatologia e Venereologia all'università degli Studi di Modena e Reggio Emilia - L'esame richiede circa 10 minuti e risulta indolore, non invasivo e ripetibile più volte. Il microscopio scansiona la cute a più livelli e consente di visualizzare le atipie cellulari, le cellule con precoci alterazioni nella forma, le cellule neoplastiche, l'infiammazione, le alterazioni microscopiche anche minime e tutte le anomalie nella struttura della cute che giustificano la rimozione di nei sospetti e dei tumori cosiddetti 'non melanoma'". Secondo Longo, "questo strumento avrà sempre più diffusione. I risultati dello studio ci consentono di individuare un numero limitato di caratteristiche utili a fini diagnostici, un aspetto che rende la procedura più semplice: anche i dermatologi alle prime armi possono rapidamente mettere in atto le conoscenze acquisite".
"Dallo studio provengono risultati incoraggianti che consentono di prospettare una maggiore diffusione di una tecnica che apporta benefici enormi ai pazienti - commenta Giuseppe Argenziano, consigliere Sidemast e professore di Dermatologia all'università degli Studi della Campania Luigi Vanvitelli - Per individuare la presenza di una massa tumorale, non è più necessario asportare un frammento di tessuto e sottoporlo a esame istologico. Il microscopio confocale agganciato alla pelle permette di scansionare tutti gli strati, dall'epidermide al derma superficiale, e di individuare possibili anomalie. In questo caso, solo quando necessario, si procede con l'asportazione".
I dermatologi parlano di "una metodica dalla portata rivoluzionaria, che consente con la massima precisione di risparmiare i tessuti sani peri-neoplastici e di ridurre in maniera importante tutti gli interventi non indispensabili. Un cambiamento di rotta notevole - rilevano - se si considera che fino a pochi anni era uso comune eliminare qualsiasi neo o lesione, anche solo sospetta".
Argenziano è convinto che sia "questa la strada del futuro", non solo per i tumori della pelle. "Non è così difficile pensare - conclude - che la metodica confocale venga estesa anche ad altri tessuti. Un utilizzo combinato con l'esame istologico potrebbe consentire di avere informazioni ancora più approfondite sulle patologie, rispetto a quelle di cui oggi si dispone con la sola biopsia standard".