Molti pazienti nel mondo non hanno ancora beneficiato delle nuove terapie contro la psoriasi, fra le malattie cutanee su cui l'innovazione scientifica ha compiuto più passi in avanti. Un problema di 'cure negate' segnalato durante il 24° Congresso mondiale di dermatologia (Wcd2019) che si chiude a Milano domani 15 giugno, insieme a un appello a migliorare l'accesso ai trattamenti che permettono di centrare l'obiettivo 'pelle libera'.
"L'accesso alle cure specialistiche rimane altamente problematico - ha affermato in sessione plenaria Jonathan Barker, Guy's e St Thomas' Nhs Foundation Trust Londra, presidente dell'European Dermatology Forum - dal momento che molte agenzie governative e assicurazioni sanitarie non riconoscono la psoriasi come una malattia socialmente invalidante". Il dermatologo spera che "la risoluzione dell'Organizzazione mondiale della sanità del 2014 possa contribuire a risolvere questo problema, e a riconoscere" per esempio "che la psoriasi è una componente della multimorbilità che la popolazione anziana e obesa si troverà ad affrontare".
L'esperto riflette anche su un altro punto: i tempi delle nuove cure. "Anche i migliori trattamenti attuali vengono introdotti solo dopo che i pazienti hanno sofferto di psoriasi per molti anni", ha evidenziato Barker. "Forse, con i progressi della conoscenza - ha concluso - potremo iniziare a parlare di prevenzione".