L'auto elettrica conviene, non solo all'ambiente. Perché se il costo iniziale per il suo acquisto è senza dubbio ancora elevato, nell'arco della sua vita viene ammortizzato rendendola più conveniente rispetto alle auto alimentate a benzina o gpl, e anche rispetto alle ibride. Lo rivela una ricerca realizzata da Element Energy con il supporto di Beuc e Altroconsumo, che ha messo a confronto il cosiddetto Tco (ovvero il costo totale di possesso autovetture) di diverse tipologie di auto, con risultati sorprendenti.
Lo studio, presentato oggi in occasione del convegno "Fast&Fabulous, la corsa verso la mobilità circolare", nell'ambito della prima giornata di FestivalFuturo, in corso a Milano, considera i costi totali di possesso in Italia (dall'assicurazione al bollo, dalla manutenzione all'acquisto al carburante) per un'auto di segmento C acquistata nel 2018, considerando un primo proprietario che la tiene per 4 anni percorrendo 15mila km l'anno; un secondo proprietario che la tiene per 5 anni percorrendo 12mila km anno, un terzo per 7 anni e 10mila km anno.
Ed ecco i risultati. Secondo lo studio, nell'arco di tempo considerato, un'auto elettrica costa in tutto 66.087 euro contro gli 81.242 euro di un'auto a benzina, i 79.657 euro di un'ibrida, i 73.207 di un'ibrida plug in, i 71.808 di un diesel, i 72.357 di una Gpl e i 66.485 per un'auto a metano.
"Già oggi l'auto elettrica, considerando che non dobbiamo fare il pieno, è molto competitiva. In circa 15 anni di possesso, si risparmiano circa 900 euro. Un dato che dovrebbe far riflettere il consumatore che quando si reca al concessionario si sente disincentivato all'acquisto di un'auto elettrica perché non pensa al risparmio nel corso della vita dell'auto", spiega all'Adnkronos Luisa Crisigiovanni, segretario generale Altroconsumo. C'è poi un vantaggio incrementale ovvero "i secondi e i terzi proprietari di un'auto elettrica usata avranno un risparmio maggiore. Servono però più modelli per generare economie di scala", aggiunge Crisigiovanni.
Vantaggi per le tasche dei consumatori ma anche sociali ed economici. Secondo lo scenario tracciato nello studio "Fuelling Italy's Future", puntando sull'auto elettrica in Italia "si potrebbero creare oltre 19mila posti aggiuntivi di lavoro netti al 2030, e più di 52mila al 2050 - aggiunge Veronica Aneris, rappresentante per l'Italia della federazione europea Transport&Environment - in più, l'auto elettrica è circa tre volte più efficiente di quella a motore tradizionale e può quindi determinare, nello scenario preso in considerazione dallo studio, un risparmio energetico del 75% al 2050".
Sempre secondo la ricerca "Fuelling Italy's Future", c'è poi da considerare "il risparmio, in termini vite umane, produttività (cioè giorni in meno di lavoro perso grazie alla migliore qualità dell'aria) e costi sanitari diretti quantificabile in 13,5 miliardi di euro al 2050 - sottolinea Gabriele Grea del Centro di economia regionale, trasporti e turismo dell'Università Bocconi - La diminuzione del particolato nell'aria nelle nostre città, limitandoci alle emissioni al tubo di scappamento, apporterebbe poi benefici al 2050 pari a 115mila anni di vita risparmiati, 2mila casi in meno di tumore a polmone e 12.600 casi di bronchite in meno".