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Psicologia: sessuologo, Facebook? Ansiolitico per coppie in crisi

Psicologia: sessuologo, Facebook? Ansiolitico per coppie in crisi
03 marzo 2014 | 15.10
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Roma, 3 mar. (Adnkronos Salute) - Facebook non merita la fama di 'rovina famiglie': per le coppie in crisi è solo un "ansiolitico, un 'farmaco' con il quale si tenta di alleviare un sintomo ma che, ovviamente, non cura la malattia né la provoca". E anche se i social network "possono essere un detonatore nella rottura di un matrimonio", l'esplosione avviene "solo se c'è una crisi già in atto". Insomma chat & company "sono solo un pretesto come un altro: non causa, ma effetto". Spiega così, Vito Frugis, sessuologo clinico esperto di coppia, il prepotente ingresso nelle cause di divorzio delle liti e dei tradimenti legati alla Rete, come denunciano gli avvocati.

"I legali - dice all'Adnkronos Salute Vito De Frugis - dal loro punto di vista, vedono le contestazioni dei clienti. Sentono le lamentele del marito o della moglie che accusa il partner di stare ore di fronte allo schermo, o di aver conosciuto altre persone on line". Ma la Rete non è il nemico: "La coppia scoppia per problemi di relazione 'interni'". E sui social network si cerca un modo per 'risolvere' il disagio o per trovare una via di uscita. "Facebook - aggiunge Frugis - è una sorta di terapeuta 'dimezzato', che fa il lavoro a metà, con tutti i rischi del caso. Le conversazioni virtuali rappresentano il luogo dove si proiettano le proprie ansie, i propri bisogni, le paure. Così come si fa dallo psicologo. Ma mentre il compito successivo del terapeuta è quello aiutare a rielaborare il tutto e a trovare un riscontro nel reale, con il social ci si ferma ad una proiezione virtuale. E tutto resta come era".

Non a caso "le coppie che si formano online raramente funzionano: si ripropongono gli stessi problemi che si avevano con i partner precedenti e "questo perché, tendenzialmente, non si sono risolte le propri difficoltà", dice il sessuologo che tra i suoi pazienti, nella fascia di età tra i 30 i 45 anni, annovera il 25% delle coppie formate proprio in Rete. Gli incontri online cercati quando si è insoddisfatti del proprio rapporto di coppia "sono una soluzione 'facile', che consente di cercare conforto senza mettere in discussione se stessi, senza dover necessariamente fare sforzi per costruire relazioni vere".

L'altro, infatti, è "idealizzato, può essere immaginato come vogliamo. E anche noi stessi possiamo presentarci come ci piacerebbe essere". Questi rapporti sono "come il cibo in busta. I partner preparano la relazione a tavolino, la 'cucinano' durante gli scambi on line e poi, dopo un po' di scambi virtuali, si vedono convinti di avere una relazione già preconfezionata". I rapporti tra le persone però sono più complessi, hanno molte sfumature e tanti elementi che non si possono controllare: attrazione, sguardi, odore ecc.

L'artificialità, così, mostra rapidamente i suoi limiti. Anche da altri punti di vista, non solo direttamente legati alla crisi di coppia. Internet, spiega ancora il sessuologo, può sicuramente creare problemi della sfera sessuale. "Il 50% dei miei pazienti, singoli o in coppia - riferisce - ha 'complicanze' da Rete. Si tratta spesso di persone che esplorano, soprattutto in giovane età, i siti hard con costanza e limitano la loro conoscenza del sesso a quel mondo. Queste persone, al momento di passare ad una relazione reale, sono convinte di poter riprodurre quel tipo di modello sessuale 'appreso' virtualmente. E questo è impossibile".

"In questo senso siamo di fronte ad un analfabetismo erotico sentimentale favorito dalla rete". Un analfabetismo che "si sta molto diffondendo, a dispetto dell'apparente facilità di accesso a 'informazioni' sul sesso di oggi. "La sessualità, infatti, è basata sulla relazione, sullo scambio - conclude - le performance non bastano".

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