"In particolare, in tema di terremoto, sono ancora in svolgimento le attività di ricostruzione relative a diversi eventi sismici. Quello del 6 aprile 2009 dell’Aquila; i terremoti del 20 e 29 maggio 2012 in Lombardia, Emilia-Romagna e Veneto; i terremoto del 24 agosto, 26 e 30 ottobre 2016, 18 gennaio 2017 che colpirono il Lazio, l’Abruzzo, l’Umbria e le Marche. Il sisma del 21 agosto 2017 a Ischia, il sisma del 14 agosto 2018 nel Molise, quello del 26 dicembre 2018 nell’area pedemontana dell’Etna. Di questi citati sei eventi, solo quello del 2009 che ha colpito l’Aquila e i comuni limitrofi è uscito nel 2012 della condizione di emergenza e le attività di ricostruzione sono ricondotte alle procedure ordinarie". Lo afferma il ministro per la Protezione civile e le politiche del mare, Nello Musumeci, durante le sue comunicazioni in Senato sulle linee programmatiche del suo dicastero.
Ma anche nel caso di L’Aquila "la governance è affidata ad una struttura di missione presso la presidenza del consiglio la cui istituzione venne riconfermata dalle compagini governative che si succedono per il tramite di due uffici per la ricostruzione". "Per tutti gli altri terremoti - osserva Musumeci- si procede con la prassi consolidata delle proroghe dello stato di emergenza in scadenza puntualmente il 31 dicembre di ogni anno". "La proroga - continua il ministro- diviene così una sorta di regime ordinario improntato all’istituto di prolungamento automatico annuale, pur nella previsione certa dovuta a dati di incontestabile evidenza".
"Gli interventi di ricostruzione - evidenzia Musumeci- non saranno ultimati entro il termine inizialmente previsto né entro quello immediatamente successivo. In buona sostanza, in Italia -conclude Musumeci- mentre sostanzialmente si sa quando inizia uno stato di emergenza e quando cessa il determinarsi di alcune caratteristiche, l’opera di ricostruzione può durare anche 50 anni".