Il Senato ha respinto le due mozioni di sfiducia al ministro della Giustizia, Alfonso Bonafede. La prima, presentata dalle opposizioni, ha ottenuto 131 voti favorevoli e 160 contrari. Un solo astenuto sui 292 senatori che hanno votato. La seconda mozione, presentata da Emma Bonino, ha ottenuto 124 voti favorevoli e 158 contrari. Le astensioni sono state 19.
Gli interventi:
Pepe - "Lei è il ministro delle scarcerarazioni allegre". Così il senatore della Lega, Pasquale Pepe, presentando in Senato la mozione del centrodestra. "Lei ministro - ha aggiunto il leghista - non ha saputo far fronte alle rivolte spaventose, con 6mila detenuti coinvolti, 14 morti per overdose e 40 agenti feriti, per questo chiediamo la sfiducia". "Lei ha scritto la pagina più buia della realtà carceraria italiana, lei ha nominato un capo del Dap che dovrebbe avere alto profilo e competenze, invece ha nominato Basentini che non ha competenze né carcerarie, né di antimafia, lei deve assumersi la responsabilità di questa nomina", ha detto ancora.
"E non ha preso nessuna strategia per proteggere innanzi tutto gli agenti carcerari dal rischio del virus", ha detto ancora Pepe, che poi ha ringraziato "Massimo Giletti che ha raccontato con coraggio la verità agli italiani", riferendosi alla vicenda Di Matteo. "La sfiducia al ministro Bonafede significa la sfiducia al governo, un motivo in più per votarla, gli italiani ve ne saranno grati, colleghi", ha concluso.
Bonino - "Chiediamo le sue dimissioni, ministro, non perchè è sospettato ma perchè non vogliamo un ministro della Giustizia che sia rappresentante della cultura del sospetto". Sono le parole con cui Emma Bonino ha illustrato in Senato la mozione di sfiducia. "Della malattia della giustizia lei è il sintomo e non il rimedio, se rimarrà a via Arenula contribuirà a farla diventare cronica diffondendo la paura della giustizia", ha aggiunto Bonino. "A chi mi dirà che non si può sfiduciare il ministro senza mettere a rischio il governo, mi limito a ricordare che qui oggi si discute di altro. E cioè di quale politica per la giustizia serva all'Italia. Se la continuità del governo dovesse significare la continuità della politica della giustizia, signor ministro, io inviterei tutti a considerare che l'Italia non ne avrebbe nessun giovamento", ha detto ancora. "Non può essere l'unica risposta 'non si può far cadere il governo'", ha evidenziato.
Pellegrini - "Lei è il ministro che il Movimento 5 Stelle sognava, che questo paese meritava e che questo governo sostiene con forza". Sono le parole con cui il senatore grillino Marco Pellegrini ha aperto il suo intervento. "La sfiducia alla quale alcune forze politiche la stanno sottoponendo è l'attacco ad un nuovo modello di paese, più vicino ai cittadini, più equo, più solidale. Forte con i potenti e giusto con gli ultimi e gli indifesi. Lei fino ad oggi si è dimostrato un ministro capace di affrontare con coraggio, determinazione e risolutezza problemi lasciati irrisolti dai suoi predecessori per decenni", ha aggiunto.
Paragone - "Non le confermerò la fiducia, dico quello che diceva Aristotele 'Platone mi è amico, ma la verità di più". Così il senatore Gianluigi Paragone, parlando in Aula, nel corso del voto di sfiducia nei confronti del ministro della Giustizia, Alfonso Bonafede. "Sono con Di Matteo senza se e senza ma, ancora oggi non è chiaro perché Basentini fu scelto al Dap, e Di Matteo non c'è andato", ha detto nel suo intervento il senatore ex M5S, tornando sulla vicenda della mancata nomina di Di Matteo al Dap.
Giarrusso - "Certamente lei è una persona perbene e nessuno lo può negare. Ma siamo qui per esaminare tutto il suo operato da ministro. Lei ha tradito 11 milioni di cittadini che ci avevano mandato in Parlamento per combattere la mafia. E quel segnale era impersonato da un simbolo, Di Matteo, sbandierato in campagna elettorale come destinatario di importanti incarichi", mentre "il ministero è stato consegnato a una banda di amici di Palamara". Lo ha detto in Aula, rivolgendosi al ministro Bonafede, il senatore ex M5S Mario Giarrusso, durante la discussione della mozione di sfiducia nei confronti del guardasigilli. "Le persone perbene si dimettono di fonte a questi disastri", ha rimarcato Giarrusso.
Ostellari - Cosa altro dovrebbe combinare il ministro Bonafede per essere sfiduciato? Non mandarlo a casa oggi significa dargli un salvacondotto per sempre, dire che tutti gli errori sono commessi, in nome di campare". Così il senatore della Lega, Andrea Ostellari, intervenendo in Senato, ha puntato il dito contro il ministro Bonafede. "Per lei - ha aggiunto - sono giorni difficili, ma per gli italiani lo sono ancora di più, per chi ha subito un grave reato e per i parenti di chi non ha sopravvissuto e sono stati disonorati dallo Stato, che con la sua complicità ha scarcerato degli assassini". "L'importante -ha detto- è campare, ma attenti, perché oggi gli italiani non campano più".
Vitali - "Si faccia battezzare, si faccia cresimare, anche una macumba... Il ministro della Giustizia deve non solo essere ma anche apparire come la moglie di Cesare, trasparente... E non so sei lo è, ma sicuramente non lo appare". Lo ha detto Luigi Vitali (Fi) in aula a palazzo Madama nella discussione generale sulle mozioni di sfiducia al Guardasigilli Alfonso Bonafede, dopo aver ricordato le dimissioni in sequenza che hanno segnato il dicastero di via Arenula. Il senatore azzurro ha esortato Bonafede a dare le dimissioni, ricordando precedenti eccellenti come il ministro Lattanzio per l'evasione di Kappler o Zamberletti per un caso di accusa di corruzione a carico di un sindaco nel Friuli post terremoto: "In quell'occasione Zamberletti disse che un ministro deve rispondere non solo degli errrori propri ma anche altrui...". "Ministro Bonafede, sarà anche una brava persona ma lei non ha il prestigio, la competenza, la credibilità per fare il ministro della Giustizia. Se lei non si dimette saremo noi a votare la sfiducia", ha incalzato Vitali.
"Mi sarei aspettato le sue dimissioni che avrebbero compattato la maggioranza e il Governo - ha aggiunto Vitali", sottolineando "le gaffes, le leggi che lei ha scritto ma non conosce, e le tante critiche che sono arrivate ai testi sulla prescrizione e lo Spazzacorrotti o le scarcerazioni dei mafiosi che sono interamente colpa sua che a gennaio sapeva della pandemia ma non ha fatto nulla per contrastarla gettando le carceri nel caos", ha aggiunto.
Renzi - "Votiamo contro le mozioni di sfiducia a Bonafede". Lo ha annunciato Matteo Renzi, leader di Italia Viva, intervenendo al Senato. "Se votassimo come lei ha votato nei confronti dei membri dei nostri governi, lei oggi dovrebbe andare a casa. Ma noi non siamo come voi. Mi auguro che questa vicenda la possa far riflettere dal punto di vista personale e possa far riflettere i colleghi del Movimento 5 Stelle", ha aggiunto.
"Riconosciamo al centrodestra e alla senatrice Bonino di aver posto temi veri, le vostre mozioni non erano strumentali. Non le voteremo per motivi politici, in primis per ciò che ha detto il presidente del Consiglio. Il premier ha detto con chiarezza che se ci fosse stato un voto di una parte della maggioranza contrario all'operato del ministro o favorevole alle mozioni di sfiducia, ne avrebbe tratto le conseguenze politiche. Quando parla il presidente del Consiglio, si rispetta istituzionalmente e si ascolta politicamente", ha aggiunto. "Io credo che lei si assuma una responsabilità, signor presidente del Consiglio, ma noi la seguiamo", ha detto rivolgendosi a Giuseppe Conte.
Bongiorno - "Lei è l'unico responsabile, insieme al Pd, della norma sciagurata che blocca la prescrizione, per noi poteva entrare in vigore solo dopo la riforma penale". Così Giulia Bongiorno, parlando in Aula, per le dichiarazione di voto sulle mozioni di sfiducia. Per la leghista "noi su questo ci siamo scontrati e l'abbiamo differita, perché noi avevamo detto a lei che per noi quella norma sarebbe potuta entrare in vigore solo dopo l'accelerazione del processo penale".