"Se siamo ancora in democrazia non resta che restituire la parola agli italiani". Matteo Salvini, leader della Lega, in diretta Facebook da Spoleto si pone alcuni interrogativi. "Mi domando se siamo in democrazia, roba incredibile, abbiamo perso tanto tempo. Potevano dircelo prima, che avevano deciso che noi non potevamo andare al governo"."Ce l'ho messa tutta in queste tre settimane. La Lega ha rinunciato a tutto, abbiamo rinunciato al presidente della Camera, al presidente del Senato, alla presidenza del Consiglio, alla dignità non rinuncio. Posso rinunciare alle poltrone ma non posso rinunciare alla coerenza. Ce l'abbiamo messa tutta, ma non saremo mai servi e mai schiavi".
"Non parlo di impeachment, sono ancora molto incazzato perché ci hanno fatto lavorare tre settimane per niente. Domani penseremo a tutto". "Io sto invitando alla calma migliaia di persone che mi stanno dicendo di farci sentire e vedere, però è chiaro che c'è il popolo da una parte e i poteri forti dall'altro". "Siamo stati giorni e notte a lavorare e alla fine ci dicono che non conta niente". "E' una follia" quello che è accaduto "chiedo agli italiani di starci vicini, perché voglio riprendermi la democrazia". "Mattarella si è presa una bella responsabilità, anzi brutta", aggiunge. "L'Italia è un paese a democrazia limitata, ma dico che dignità vale più di un ministero", conclude il leader della Lega.
SALVINI, L'ITALIA E' UNA COLONIA - "Siamo un Paese a sovranità limitata - attacca il numero uno della Lega -, se si vota in un modo, preferibilmente a sinistra va bene, i mercati son contenti, se si osa votare in un altro modo e ridiscute re le regole che ci hanno portato a disoccupazione, paura e povertà che non ha precedenti in Italia, allora è un problema". "Mai più servi di nessuno - avverte -, l'Italia non è una colonia, non siamo schiavi di tedeschi o francesi, dello spread o della finanza. A questo punto, con l'onestà, la coerenza e il coraggio di sempre, la parola deve tornare a voi! #Primagliitaliani! Io non mollo".
LA SCELTA DI SAVONA - "Se un ministro dà fastidio a certi poteri forti che ci hanno massacrato vuol dire che quello è il ministro giusto" ha detto Salvini riferendosi al veto, posto dal Colle sul nome di Paolo Savona come ministro dell'Economia. ''Se non si può mettere un ministro che non sta simpatico a Berlino, se dà fastidio a certi poteri forti che ci hanno massacrato vuol dire che quello è il ministro giusto''. "Savona non è una persona ma è un principio, se ci viene detto che non può fare il ministro dell'economia italiano qualcuno che non è gradito ai signori dello spread e delle banche, vuol dire che non siamo in democrazia, da domani si spieghi tutto questo agli italiani".
ERO PRONTO A OCCUPARMI DI IMMIGRAZIONE E SICUREZZA - "Che brutta giornata per l'Italia e per la democrazia. Era tutto pronto, anche io ero pronto a occuparmi di immigrazione e sicurezza, ma niente, qualcuno oggi ha detto no" dice Matteo Salvini, nel corso di in una diretta Facebook. "Il governo del cambiamento non poteva nascere, i Signori dello Spread e delle banche, i ministri di Berlino, di Parigi e di Bruxelles non erano d'accordo. Rabbia? Tanta. Paura? Zero. Cambieremo questo Paese, insieme. Io non mollo amici, conto su di Voi".
PRONTI A CHIEDERE MANDATO TOTALE - "Noi non ci arrendiamo e cominciamo più vogliosi di prima a chiedere il mandato totale agli italiani - aggiunge Salvini -, per un governo che li metta al centro e se l'interesse degli italiani coincide con le regole europee bene, altrimenti l'interesse degli italiani viene prima rispetto alle regole europee".